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Eccellenze pratesi: Luca e “Il Golosino” per un gelato a prova di Virus

Pubblicato il 24 Giugno, 2020

Vediamo una gelateria e pensiamo che tutto sia molto semplice, il gelato è buono a prescindere basta scegliere i gusti, abbinarli come si deve e comunque vada andrà bene. Luca , titolare della gelateria Il Golosino ci spiega subito che le cose non stanno esattamente così.
Luca è di Prato e a Prato ha iniziato la gavetta ancora ragazzino, a sedici anni. Nei suoi anni di apprendista gelataio ha carpito tutti i segreti del mestiere fino a che non ha aperto una sua gelateria a Vaiano puntando su una ricetta vincente: materie prima sane, latte ,zucchero e poco altro per un gelato più naturale possibile e ancora oggi dopo 36 anni nel settore e quattro gelaterie aperte, il suo prodotto deve essere prima di tutto genuino.

Dopo due negozi nella provincia e uno nel Mugello, da un anno è tornato dentro le mura per unire due cose: la sua esperienza e una produzione innovativa, capace di soddisfare le esigenze del palato più fine.
“I segreti dell’eccellenza del mio prodotto? Semplice la macchina che lo manteca perché è quella che lo serve nel cono o nella coppetta del cliente. “ risponde sicuro Luca “ voglio dire spesso il gelato viene mantecato in laboratorio per essere esposto in vetrina. Dal Golosino in via Santa Trinità questo non succede. Il mio gelato non viene mai esposto in vetrina, non prende mai aria, non subisce lo stress ossidativo rimane sempre fresco. Secondo segreto: da anni applico la formula vincente, materie prime di eccellenza e senza grassi idrogenati polveri addensanti che rendono il gelato più morbido e nocivo a lungo termine. “

Luca si definisce un creativo, perché esser gelataio significa creare un prodotto che non è mai lo stesso, può cambiare di giorno in giorno, si creano i gusti, si fanno gli abbinamenti, le prove e possono esserci anche degli errori che più che sbagli devono essere considerati delle opportunità. Il suo lavoro ha voluto dire anche molto sacrificio, lavorare quando gli altri si divertono mangiando un gelato, lavorare nella stagione dedicata alle ferie, poco tempo per stare con i figli, ma la passione è ancora tanta.

Da quando Luca ha iniziato sono passati 36 anni e nel mondo del gelato ci sono state evoluzioni positive e negative. Di positivo l’arrivo dei macchinari in acciaio con una tecnologia che ha permesso la lavorazione molto più efficiente delle materie prime, che si deteriorano facilmente.
“I miei macchinari hanno un valore aggiunto,” ribatte Luca “ evitando l’esposizione in vetrina, in vaschetta, mi permettono di eliminare qualsiasi contaminazione con insetti, polvere, glutine e quel che è più importante visto il periodo, contaminazioni con virus e batteri.

Uno sviluppo negativo di questi anni è che il mercato è cresciuto, molti si sono improvvisati gelatai a 40 anni senza una preparazione , fanno dei semplici corsi dove gli insegnano a fare gelati con addensanti grassi idrogenati, latte in polvere di qualsiasi genere. E’ nato un gelato senza anima , né sapore e che fa male alla salute. Ecco il mio gelato non rientra in questa categoria e sono felice di essere andato controcorrente.”

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