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I tram di Roma e la manutenzione fantasma

L’anello di Casaletto, viale Trastevere, ponte Garibaldi, Valle Giulia, queste le tratte maggiormente logorate presentate nella commissione mobilità del 1° febbraio scorso. Si tratta di sezioni delle linee 3 ed 8, quelle servite esclusivamente dai moderni tram della serie Cityway Roma 1 e Roma 2.

Pubblicato il 19 Febbraio, 2021

L’anello di Casaletto, viale Trastevere, ponte Garibaldi, Valle Giulia, queste le tratte maggiormente logorate presentate nella commissione mobilità del 1° febbraio scorso. Si tratta di sezioni delle linee 3 ed 8, quelle servite esclusivamente dai moderni tram della serie Cityway Roma 1 e Roma 2.

Le vetture Cityway furono acquistate durante la seconda metà degli anni ’90 nell’ottica di svecchiare la flotta tramviaria e in occasione dell’inaugurazione della linea 8, avvenuta il 21 marzo 1998. La caratteristica innovativa di questi tram di moderna concezione fu il cosiddetto “pianale ribassato”, ossia la possibilità di accedere direttamente ai mezzi senza gradini o altre barriere architettoniche. Una novità per Roma, che all’alba del Giubileo del 2000 cercava di riscoprire una forma di trasporto più ecologico, accessibile e rapido.

Ben presto i tecnici dell’Atac si accorsero che i carrelli dei tram Cityway, erano soggetti ad un’usura anomala rispetto ai ben più vecchi mezzi Stanga-Tibb (quelli che prestano tutt’oggi servizio su via Prenestina): un’usura che non colpiva solo le ruote dei veicoli, ma che erodeva anche le rotaie della linea 8 sulla quale erano utilizzati.

Dopo varie controversie con l’azienda costruttrice Fiat Ferroviaria e molte modifiche strutturali, solo nel 2010 è stato possibile rimettere in servizio regolare i tram Cityway. A causa del fallimento della Socimi, che aveva prodotto negli anni ’90 circa 35 tram oggi in servizio sulla linea 19, i Cityway sono rimasti gli unici tram bidirezionali utilizzabili sulle linee a capolinea “tronco” e con la geometria adatta alle fermate di viale Trastevere. Per questa ragione ancora oggi sono gli unici tram a poter circolare sulle linee 2, 3 ed 8. Questi mezzi, sebbene con carrelli rimaneggiati e migliorati, restano però, secondo gli addetti ai lavori, delle vere e proprie macchine “mangia-binari”.

Intanto Atac ha già avviato il bando di gara 163/2020 che servirà ad approvvigionarsi di 280 barre da 18 metri di binari. Materiali siderurgici particolari che arriveranno a Roma, nella migliore delle ipotesi, solo verso la fine dell’estate, quando presumibilmente partiranno i lavori sulla tratta sospesa.

Anche per questa ragione il Comune di Roma ha presentato il 31 dicembre 2018 l’istanza di finanziamento al Ministero dei Trasporti per 50 tram di nuova generazione. Un investimento dal valore di 158 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno altri 44 tram legati ai progetti di espansione della rete.

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