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Il carro “celeste” di Populonia Inaugura il nuovo allestimento al Museo archeologico del Territorio di Populonia

Pubblicato il 9 Marzo, 2022

Il 2022 rappresenta un anno particolarmente ricco di novità per il sistema dei Parchi e Musei della Val di Cornia e il periodo compreso tra la primavera e l’estate vedrà la presentazione di nuovi allestimenti e percorsi a conclusione di una serie di importanti lavori.

Il primo appuntamento in calendario è previsto per venerdì 11 marzo alle ore 16.30 quando verrà presentato al Museo archeologico del Territorio, a Piombino, il restauro del carro “celeste” di Populonia con un nuovo allestimento.

Allo studio e alla ricostruzione del Carro ha collaborato un nutrito gruppo di specialisti, coordinati da Andrea Camilli(Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno); il nuovo allestimento nelle sale del Museo archeologico di Piombino è stato realizzato dalla società Parchi Val di Cornia anche grazie al contributo della Regione Toscana per i Musei ed Ecomusei di Rilevanza Regionale.

La presentazione al pubblico di questo ulteriore intervento conferma la volontà con cui il Museo stesso è stato concepito: uno strumento dinamico a supporto di un più ambizioso progetto, che è quello della valorizzazione dell’immenso patrimonio archeologico del territorio dell’antica città di Populonia. Obiettivo, questo, sostenuto con fermezza anche dall’attuale Amministrazione Comunale di Piombino.

L’inaugurazione è prevista venerdì 11 marzo alle ore 16.30 con il seguente programma:

h. 16.30 inaugurazione con interventi di:• Francesco Ferrari, Sindaco Comune di Piombino• Valerio Tesi, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno• Mauro Tognoli, Amministratore Delegato Parchi Val di Cornia SpA• Silvia Guideri, Responsabile Parchi e Musei  Parchi Val di Cornia SpA• Andrea Camilli, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno• Martino Maioli, archeologo curatore scientifico dell’allestimento• Eugenio Giani , Presidente Regione Toscana

h. 17.30 visita al percorso

h. 18.30 aperitivo

Ingresso gratuito in occasione dell’inaugurazione, con prenotazione obbligatoria (posti contingentati a causa delle restrizioni covid-19).

Successivamente il nuovo allestimento sarà visitabile in orario di apertura del museo: a marzo, sabato e domenica dalle 10 alle 18.

Come previsto dalla normativa, per l’ingresso è richiesto il Green Pass Rafforzato e l’uso della mascherina.

Informazioni e prenotazioni: tel. 0565 226445 – www.parchivaldicornia.it

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Il carro “celeste” – dal ritrovamento al restauro 

Nel 1955, in occasione della sistemazione dell’area archeologica di San Cerbone a Populonia, venne rinvenuta una fossa di forma allungata contenente gli scheletri di due cavalli e gli elementi metallici dei loro finimenti e di un carro cerimoniale etrusco. La fossa fu convenzionalmente definita “fossa della Biga”, perché come biga vennero interpretati i resti dagli scopritori.

A più di mezzo secolo dalla scoperta, un capillare lavoro di studio e ricostruzione del contesto originale basato sulla documentazione dell’epoca ha permesso di comprendere come la fossa della biga in realtà fosse quanto rimaneva di un tumulo monumentale, andato distrutto dalle operazioni di cava.

Dopo una prima ipotesi di ricostruzione, presentata nella mostra A Cavallo del Tempo (Palazzo Pitti,  2018), lo studio degli elementi metallici di rivestimento del carro è andato di pari passo con il loro recupero ed accurato restauro. Mentre le parti in bronzo fanno parte della collezione del Museo di Piombino, gli elementi in ferro erano da sempre conservati nei depositi del Museo Archeologico Nazionale di Firenze e proprio li vennero purtroppo danneggiati dall’alluvione del 1966. 

Oggi i reperti in ferro leggibili sono stati restaurati e applicati, con gli elementi in bronzo, sulla riproduzione del carro. Un attento esame della iconografia antica, ha portato a ricostruire la forma originaria del carro. Questi infatti appartiene ad una tipologia che può definirsi «celeste» proprio perché riferita al mondo ultraterreno, all’ideologia del viaggio nell’aldilà, come le raffigurazioni dei serpenti barbati e le ali applicati alla sua fiancata suggeriscono.

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