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Il Polo Culturale sarà come il Castello

Pubblicato il 23 Gennaio, 2022

Il Polo Culturale sarà come il Castello, una grande e costosa opera di restauro mal utilizzata, sottostimata,
piegata a logiche provinciali Piombino centriche, più che alle reali potenzialità che una corretta gestione di
questi luoghi potrebbero offrire. Quello che veramente deprime è la totale mancanza di progetti concreti,
d’idee, di gestioni mirate con fini anche commerciali e occupazionali; è assente la discussione, così come la
capacità di indignarsi, ad esempio, per avere un Castello chiuso per la maggior parte dell’anno.

Il Polo rischia di essere una cattedrale nel deserto, pensate a quegli immensi volumi espressi dall’ex Convento e
dalle ex officine, se non fossero dotati di funzioni adeguate e frequentati dalle persone, se facessero
appunto, la fine del Castello di Piombino. Questa non è solo incapacità gestionale, è anche presunzione,
perché dove non ci si arriva, si chiama qualche esperto che ci insegna e si ascolta per benino. Il sindaco
afferma che non ha mai visto un progetto per l’esatta collocazione dei libri, nel caso che l’ex Convento
potesse un giorno contenere la biblioteca; questo inventario distributivo, doveva venire dai suoi uffici,
quelli della cultura, settore di cui lui stesso detiene la delega. In sede di stesura del progetto originale,
avranno pur fatto una stima del contenitore e del contenuto e se non l’avessero fatta, si poteva rimediare,
ricordiamo che “quelli di ora”, governano da quasi tre anni.

Nelle dichiarazioni del sindaco si legge che: ” il
Comune si è mosso in questi giorni conferendo l’incarico per adeguare il progetto di completamento del
primo e del secondo lotto, quindi ha affidato un incarico per la progettazione preliminare per terzo lotto”.
Contestualmente afferma che: “Al momento le idee del Comune, sono aperte alla discussione”,
continuando a disquisire su come potrebbero essere utilizzati questi luoghi. Riepilogando: si affida il
progetto architettonico di restauro di tutto il complesso del Polo Culturale senza sapere ancora quali
funzioni potrà includere. Stiamo scherzando? L’architetto dovrà pensare un ‘opera da dieci milioni di euro,
mentre in città è aperta la discussione su cosa potrà contenere. Paradossalmente, siamo arrivati al massimo
grado di un parossismo culturale che, temiamo, non porterà a nulla di buono.
Riccardo Gelichi
Portavoce Ascolta Piombino

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