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INAUGURAZIONE FORNELLI DI MONTEROMBOLO

Pubblicato il 21 Aprile, 2022

SI INAUGURA IL NUOVO PERCORSO DEL PARCO ARCHEOMINERARIO DI SAN SILVESTRO

I Fornelli, esempio particolare di tecnica mineraria, due “imbuti” nella montagna visibili solo dall’alto. Fino alla fine degli anni ‘60 vi si estraeva il calcare macrocristallino utilizzato nella  siderurgia.

Sabato 23 aprile si inaugura al Parco archeominerario di San Silvestro il nuovo percorso di visita ai Fornelli di Monterombolo.

Tale inaugurazione si inserisce in un processo di sviluppo avviato dall’amministrazione comunale, in accordo con la Regione Toscana, per dare attuazione, con il supporto della Parchi Val di Cornia, agli obiettivi di ampliamento e valorizzazione del Parco archeominerario di San Silvestro, a partire da un aggiornamento del Masterplan del Parco elaborato nei primi anni 90 durante le fasi di costruzione del parco.

La valenza di carattere storico, archeologico, architettonico, minerario, naturalistico e geologico del Parco Archeominario di San Silvestro è stata riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con il decreto di vincolo del 2019 ed è anche grazie a questo provvedimento che è stato possibile riprendere un percorso di crescita e ulteriore sviluppo che possa prevedere l’ampliamento e la riqualificazione di nuove aree, anche in relazione alla progressiva dismissione dei principali giacimenti di attività estrattiva.

La firma di due protocolli di intesa tra Regione, Comune, Cave di Campiglia e tra comune di Campiglia e Parchi Val di Cornia ha consentito dunque di progettare una prima fase di ampliamento, con l’inserimento dell’area delle vecchie cave di calcare di Monte Rombolo, i cosiddetti  “Fornelli”, tra i percorsi di visita. L’area è stata messa in sicurezza e attrezzata grazie ad un finanziamento di 70.000 euro da parte della Regione Toscana ed un cofinanziamento di 20.000 euro da parte del Comune di Campiglia Marittima. I visitatori adesso potranno raggiungere l’area estrattiva dei Fornelli da Rocca San Silvestro, attraverso un percorso appositamente realizzato.

La giornata di inaugurazione del 23 aprile prevede alle ore 15.00 una breve presentazione del progetto al centro di documentazione di  Villa Lanzi, su invito, e una visita guidata aperta al pubblico alla nuova area dei fornelli, con ritrovo a Valle Lanzi alle ore 16.00. Partenza a piedi per raggiungere Rocca San Silvestro e proseguire, accompagnati dalle guide dei Parchi, lungo il nuovo percorso fino a raggiungere i Fornelli di Monterombolo. Si consigliano abbigliamento comodo, scarpe da trekking o adatte a camminare lungo sentieri e un giacchetto per il vento.

È obbligatoria la prenotazione al tel. 0565 226445 – prenotazioni@parchivaldicornia.it

La sindaca di Campiglia Marittima Alberta Ticciati dichiara in attesa del taglio del nastro: ““E’ perfino ovvio dire della grande soddisfazione per questo nuova area che si va ad aprire. E’ un primo concreto tassello rispetto al lavoro importante fatto con la Regione Toscana con l’accordo quadro del 2020. Il primo tassello di completamento del Parco Archeominerario di San Silvestro non è soltanto un arricchimento dal punto di vista archeologico, naturalistico ed estetico, ma è anche un primo passo verso la diversificazione economica alla quale abbiamo l’ambizione di tendere come condiviso  proprio nel documento sottoscritto con la Regione e l’azienda privata che gestisce le attività estrattive. L’inaugurazione del nuovo sito sarà anche l’opportunità per lanciare il progetto complessivo di revisione del Masterplan per la progettazione e realizzazione del completamento dell’intero Parco Archeominerario, grazie anche all’impegno congiunto del comune di Campiglia e della società Parchi Val di Cornia, società nella quale crediamo da sempre e nella quale stiamo dimostrando di continuare a voler investire”.

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I Fornelli di Monte Rombolo nella storia

Monte Rombolo è una piccola dorsale calcarea che separa due valli del Parco, la Valle dei Lanzi e la Valle dei Manienti. Alla sua estremità settentrionale spicca Rocca San Silvestro, villaggio medievale costruito per volere dei Conti della Gherardesca e abitato per più di trecento anni da una comunità di minatori impegnata nella ricerca ed estrazione di minerali di rame e argento.

All’estremità meridionale di Monte Rombolo si trova un’altra area oggetto fin da epoca antica di sfruttamento minerario, sia per la presenza di minerali metalliferi che di marmi (calcari metamorfici). L’estrazione dei marmi è riconducibile all’epoca etrusco-romana, al medioevo, al Rinascimento e al 1800. A partire dal 1900, con lo sviluppo dell’attività siderurgica, i calcari metamorfici diventarono interessanti come materiale fondente nella produzione di acciaio. La società  STIAM (Società Toscana di Industrie Agricole e Minerarie), sorta per iniziativa della società “Altiforni e fonderia di Piombino Spa”, aprì numerose cave ai piedi dell’area meridionale e occidentale di Monte Rombolo .

Alla fine della seconda guerra mondiale la società Ilva riprese l’attività di estrazione dei calcari macrocristallini , spostando la cava a mezza costa (a circa 300 m di quota) e cambiando la tecnica di coltivazione. Fu scelta la tipologia di cava a imbuto, che aveva il vantaggio di minimizzare l’impatto ambientale dell’estrazione.

La coltivazione fu iniziata con lo scavo di una galleria di ribasso alla base del versante (quota 200 m), che intercettava due pozzi verticali, o fornelli, di collegamento con la soprastante area di estrazione. La galleria era rettilinea per i primi 100 metri, per poi biforcarsi e andare ad intercettare la base dei due fornelli. Una volta realizzata questa infrastruttura, fu iniziata l’estrazione, procedendo con una coltivazione a gradini, che allargava progressivamente i due fornelli a partire dalla superficie topografica.

Attraverso i fornelli il calcare veniva trasferito nella galleria e caricato su vagoni trainati da una motrice elettrica. Il convoglio viaggiava su binari a scartamento ridotto posati nella galleria e in esterno, fino a raggiungere la stazione di partenza di una teleferica. L’estrazione del calcare macrocristallino, proseguita in questa cava fino alla fine degli anni ’60, ha lasciato due grandi vuoti a forma di imbuto, oggi conosciuti come Fornelli di Monte Rombolo. Quello orientale è profondo 55 metri ed ha un diametro di 130 metri, quello occidentale raggiunge una profondità di 65 metri ed è leggermente più grande, con un diametro di 150 metri. Con il passare del tempo sia le acciaierie che l’industria chimica iniziarono a richiedere il calcare microcristallino, più adatto alle varie applicazioni industriali perché più omogeneo.

La grana dei calcari cristallini diminuisce man mano che ci si allontana dal granito di Botro ai Marmi e quindi negli anni ’70 la cava delle acciaierie fu spostata sulle pendici di Monte Calvi.

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