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Greta Thunberg

Nella battaglia tra Israele e Hamas Greta Thunberg prende posizione: “Questo è genocidio!”

Pubblicato il 5 Dicembre, 2023

Lo scorso ottobre Greta Thunberg fu arrestata a Londra durante una manifestazione organizzata in occasione dell’apertura di un evento che riunisce i rappresentanti dell’industria energetica, ma questo non le ha impedito di scendere in piazza e di portare avanti le sue battaglie.

L’attivista svedese questa volta è scesa in campo per dire la sua sulla guerra tra Hamas e Israele, prendendo una posizione netta contro lo Stato israeliano accusato di genocidio.

L’attacco di Greta Thunberg a Israele

La Thunberg, insieme ad altri attivisti del movimento dei Fridays for Future Svezia, ha attaccato Israele e in un articolo pubblicato sull’Aftonbladet e sul Guardian i giovani attivisti hanno scritto che “gli orribili assassini commessi da Hamas contro civili israeliani non possono in alcun modo legittimare i crimini di guerra in corso da parte di Israele. Il genocidio non è auto difesa, ne è in alcun modo una risposta proporzionata”.

Come dichiarato dagli stessi attivisti, Fridays For Future Svezia “è sempre intervenuta laddove la gente soffre, è costretta a lasciare le proprie case o viene uccisa, non importa quale sia la causa”.

Dopo la fine della tregua sono riprese le ostilità tra Israele e Hamas e a farne le spese sono stati soprattutto i civili palestinesi, che stanno vivendo una vera emergenza sanitaria senza luce, acqua, cibo e medicinali.

Da qui nasce la rabbia degli attivisti, che hanno aggiunto: “Tutti quelli che si esprimono su questa crisi hanno la responsabilità di distinguere fra Hamas, i musulmani, i palestinesi, e fra lo stato di Israele, gli ebrei e gli israeliani”.

Si tratta di una questione molto spinosa che ha provocato attriti anche all’interno del movimento attivista. Lo scorso ottobre la Thunberg fu molto criticata per aver condiviso su Instagram un post di un gruppo filo-palestinese tedesco che accusava Israele di genocidio. Non mancarono le voci critiche verso la Thunberg da parte di alcuni attivisti, che si aspettavano forse una posizione più soft su una questione così spinosa.

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