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Ivanisevic racconta Djokovic il “torturatore”: “Ecco cosa mi fa quando perde”

Pubblicato il 19 Dicembre 2023

Per Djokovic sta per volgere al termine un anno fantastico. Il campione serbo, alla veneranda età di 36 anni, si è confermato il più forte giocatore in circolazione, sicuramente uno dei più forti di sempre. Gli sono sfuggiti solo due trofei: Wimbledon, vinto da Alcaraz, e la Coppa Davis che ha visto trionfare l’Italia trascinata da un Sinner scintillante.

Gestire un talento come Djokovic però non è facile, anche lui pretende tantissimo da se stesso e dal suo team. Ne sa qualcosa Goran Ivanisevic, ex campione croato e allenatore del tennista serbo che ha raccontato i suoi lati più “estremi” in un’intervista a We Are Tennis.

Le “torture” di Djokovic

Ivanisevic ha spiegato che Djokovic ragiona come un amministratore delegato di un’azienda: “Una buona analogia potrebbe essere quella di considerarlo come l’amministratore delegato di un’azienda, che cerca ed esige profitti. Questi profitti lo distinguono dagli altri. Come per le perdite in un’azienda, se perde, perde quote di mercato, il che si traduce in un calo in classifica. Per Nole, come per qualsiasi altro giocatore d’élite, questo è troppo difficile da gestire”.

Ivanisevic ha poi rivelato il lato “oscuro” di Djokovic, raccontando degli aneddoti da brividi: “Ci ha incatenato con le manette per tre giorni. Non è un tipo facile, mettiamola così. Soprattutto quando qualcosa non va come vuole lui. Ci torturava, ci strappava le unghie e molte altre cose che non posso dire. Ma siamo ancora qui, siamo ancora vivi. Il mio cuore è ancora buono. Sono un uomo anziano e devo stare attento al mio cuore. Siamo qui per farlo sentire meglio e per farlo funzionare meglio. A volte non è facile. A volte è molto complicato”.

In effetti Djokovic ha un carattere piuttosto fumantino e spesso si è lasciato andare a comportamenti oltre le righe, come quando ha spaccato la racchetta a calci durante una sfida contro Rune alle ATP Finals 2023 di Nitto o quando fu squalificato per aver colpito con una pallina una giudice di linea agli US Open del 2020.

I miglioramenti di Nole

Djokovic è un giocatore completo tecnicamente, per non parlare della sua solidità mentale che è praticamente inscalfibile. Eppure il coach croato ha riferito che Nole vuole continuare a migliorare: “È molto difficile migliorare con lui – ha detto – ma lui vuole farlo. Questo è il bene e il male per me come allenatore e per il resto della squadra”.

Secondo Ivanisevic Djokovic è migliorato soprattutto nel gioco a rete: “Penso che abbia migliorato molto le sue volée, il suo gioco e la sua posizione a rete. Ora, quando va a rete in generale e quest’anno, sta colpendo delle volée incredibili. La sua posizione a rete è molto migliorata, è molto difficile passarlo. Prima era molto facile superarlo, ma ora si trova a suo agio a rete. Nella finale degli US Open ha giocato due o tre delle volée importanti nella finale contro Medvedev. Non ha paura di andare a rete. Sta colpendo i suoi dritti molto più forte, sta andando a segno. Sulle seconde di servizio, a volte supera i 200 chilometri”.

“È il miglior giocatore di sempre, come potrei arrabbiarmi con lui?”

Quando gli viene chiesto se si è mai arrabbiato con Djokovic, Ivanisevic ha risposto così: “Chi sono io per arrabbiarmi con lui? È il miglior giocatore della storia del tennis. A volte mi arrabbio con lui solo quando ci urla contro senza motivo. Quando perde la partita, dà sempre il massimo e fa del suo meglio. Ma non è facile avere a che fare con lui quando perde la partita”.

Ha poi rivelato un altro piccolo aneddoto sulle ATP Finals di Nitto: “Martedì sera alle ATP Finals ha finito tardi. Mercoledì non l’abbiamo visto per niente e fino a giovedì non sapevamo cosa stesse succedendo. Eravamo in camera e non sapevamo se saremmo andati a casa o se avremmo fatto il riscaldamento contro Hurkacz. Come ogni essere umano, anche lui ha dei litigi con se stesso”.

Ivanisevic ha descritto Djokovic come un campione tutto genio e a volte anche sregolatezza, ma questo è il prezzo da pagare per chi sta vicino ad un fuoriclasse assoluto del tennis: “Penso che abbia preso la decisione giusta per rimanere calmo. So che non è facile. So che non è facile motivarsi. Ha vinto tutto e si è classificato al primo posto, ma trova sempre la motivazione. Non è facile, è la vita. È il numero uno. Vuole sempre di più. Vuole sempre qualcosa di meglio”.