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James Foley, regista di culto, muore a 71 anni

Pubblicato il 9 Maggio 2025

Il regista di “Americani” e i videoclip di Madonna scomparso a causa di un cancro al cervello

Il regista James Foley è venuto a mancare lo scorso 6 maggio a Los Angeles, all’età di 71 anni, a causa di un cancro al cervello. La sua carriera è stata segnata da una serie di lavori che hanno lasciato un segno indelebile nella cultura cinematografica e televisiva.

I primi successi e l’incontro con Hal Ashby

Nato a New York il 28 dicembre 1953, Foley ha iniziato a farsi notare durante gli anni universitari, quando ha incontrato il celebre regista Hal Ashby. Fu proprio Ashby a incoraggiarlo a proseguire nel mondo del cinema, permettendogli di realizzare il suo primo film a basso budget, “Amare con rabbia” (1984), un dramma adolescenziale interpretato da Aidan Quinn e Daryl Hannah.

Collaborazioni con Madonna e il successo internazionale

Il suo talento non passò inosservato, e nel 1986 Foley diresse il thriller noir “A distanza ravvicinata”, con Sean Penn e Christopher Walken, che fu selezionato per il concorso della Berlinale. Nello stesso anno, iniziò una collaborazione con Madonna, dirigendo i videoclip dei suoi brani “Live to Tell”, “Papa Don’t Preach”, “True Blue”, e il film “Who’s That Girl” (1987), che però non ebbe successo al botteghino.

Il cult “Americani” e il grande cast

Foley raggiunse una delle sue vette artistiche con “Americani” (1992), adattamento della celebre pièce teatrale “Glengarry Glen Ross” di David Mamet. Il film, che vedeva un cast stellare composto da Jack Lemmon, Al Pacino, Kevin Spacey, Alan Arkin e Alec Baldwin, divenne un cult per la sua intensa analisi dei meccanismi del mondo degli affari.

Successi negli anni Novanta e Duemila

Negli anni successivi, Foley si dedicò a diversi progetti di successo, tra cui il thriller “Paura” (1993) con Mark Wahlberg e Reese Witherspoon, e la trasposizione del romanzo di John Grisham, “L’ultimo appello” (1996), con Gene Hackman. Inoltre, si cimentò in film d’azione come “The Corruptor – Indagine a Chinatown” (1999) e il film di truffe “Confidence” (2003) con Edward Burns, Rachel Weisz, Andy García e Dustin Hoffman.

Il ritorno in televisione e il successo con “Cinquanta sfumature”

Negli anni 2010, Foley si fece notare anche per il suo lavoro nella serialità televisiva, dirigendo dodici episodi di “House of Cards” (2013-2015) e due episodi di “Billions” (2016). Al cinema, il regista ritrovò il grande successo commerciale con i film tratti dalla saga di “Cinquanta sfumature”, dirigendo “Cinquanta sfumature di nero” (2017) e “Cinquanta sfumature di rosso” (2018).

La morte di Foley lascia un vuoto significativo nel panorama cinematografico, ma il suo lavoro rimarrà una parte fondamentale della storia del cinema e della televisione.

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