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Klainguti

Klainguti, la storica pasticceria di Genova amata anche da Verdi: un pezzo di storia che se ne va

Genova, chiude Klainguti, la storica pasticceria amata anche da Verdi: un pezzo di storia che se ne va

Pubblicato il 19 Novembre, 2020

Klainguti – Il 2020 sta mietendo molte vittime e Genova perde un altro pezzo della sua storia. Oltre alle persone, che si ammalano di Covid, la pandemia sta segnando anche la fine di attività, che erano in piedi da decenni, se non di più.

GenovaKlainguti è, anzi era, molto più di un bar-pasticcera. E’, era, una bottega storica in Piazza di Soziglia, nel centro della Città Vecchia. Tutta colpa del Coronavirus, dell’emergenza sanitaria, e dei conseguenti incassi notevolmente ridotti, che ci deruba di un pezzo di storia, sì, perché quella bottega chiude i battenti dopo quasi 200 anni fatti di dolcicaffè e prelibatezze.

Klainguti: un pezzo di storia

Il locale è stato aperto quasi per caso nel 1828 dai quattro fratelli Klainguti, pasticceri svizzeri di Pontresina, giunti a Genova per imbarcarsi per l’America in cerca di fortuna. Per qualche motivo, il viaggio viene rimandato e i fratelli cominciano a esercitare l’arte pasticciera in questa bottega poi, negli anni, passata alla gestione della famiglia Ubaldi, che ne hanno saputo conservare lo spirito e la magia dell’Ottocento con quella sensazione, sempre così attuale, di riportarti indietro nel tempo, ogni volta che ci entravi.

Salotto culturale per la buona società cittadina, viene frequentato da Giuseppe Verdi, quando soggiornava a Genova per mettere in scena le sue opere al Teatro Carlo Felice, e per il quale i fratelli Klainguti creano una particolare brioche chiamata Falstaff con ripieno di pasta di nocciola.

Ingressovetrine e insegna in “caratteri gotici” sono stati in parte aggiornati e anche gli interni sono stati rinnovati negli anni, ma in stile d’epoca. I Klainguti hanno lasciato altre varie specialità: la torta Engadina, la torta Zena, la sacripantina che si affiancano ai delicati pasticcini, alle gelatine di frutta, ai quaresimali e a mille altre golosità. Pasticceria, bar, ma anche il rito dell’aperitivo, i pranzi nelle sale al piano superiore e, che direi, dei tavolini all’aperto nel cuore dei “rumorosi” carruggi.

Klainguti: oggi

Per molti la migliore pasticceria genovese, un punto fermo, per la città e i turisti, assaggi di storia, appunto, che valeva farsi un selfie, per essere attuali.

Eppure, Klainguti abbassa la saracinesca. Gli attuali proprietari, Sauro Ubaldi e il fratello Fabrizio, sperano solo che qualcuno rilevi l’attività e riapra non appena le disposizioni anti-Covid saranno meno stringenti. A oggi, gli otto dipendenti del locale sono in cassa integrazione e attendono buone notizie il prima possibile. Tanti i messaggi di dispiacere e tristezza su Facebook, che continuano a leggersi, giorno dopo giorno.

E ora? Che fine farà il biglietto, scritto da Giuseppe Verdi, per ringraziare i fratelli Klainguti della brioche creata apposta per lui, che si trovava, incorniciato, sopra il bancone dei dolci: “Cari Klainguti, grazie dei Falstaff. Buonissimi… molto migliori del mio!”.

E che ne sarà di quel pezzo di storia, oggi e domani? E quanti altri ne abbiamo già persi e ne perderemo?

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