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La leggenda del teschio con le orecchie nella chiesa di Santa Luciella

Alla scoperta di uno dei miti più antichi di Napoli, anche se poco conosciuto.

Pubblicato il 2 Aprile, 2022

Quella che raccontiamo è una leggenda che si tramanda da secoli e che è custodita a Santa Luciella, una piccola chiesa nel centro storico di Napoli. La leggenda è quella del teschio con le orecchie.

La leggenda del teschio con le orecchie legata al culto delle “anime pezzentelle”

Un raro esemplare di cranio con cartilagini mummificate è conservato nell’ipogeo della chiesa. La storia narra che alla reliquia, i fedeli rivolgevano le proprie preghiere nella speranza che potesse inviarle a chi di dovere nell’aldilà.

Un alone di mistero avvolge l’identità dell’uomo al quale apparteneva il teschio con le orecchie. Secondo gli studiosi, le origini del cranio custodito all’interno della chiesa di Santa Luciella ai Librai di Napoli risalgono al Seicento.

La leggenda vuole che il teschio sia legato al culto delle anime sconosciute, anonime, abbandonate e senza una degna sepoltura, i cui scheletri venivano dimenticati nelle fosse comuni, che venivano chiamate “anime pezzentelle”. L’adozione di un teschio da parte del fedele alleviava la pena dell’anima pezzentella, che in cambio faceva delle grazie.

La storia della chiesa di Santa Luciella

La chiesa di Santa Luciella ai Librai di Napoli si trova nel vicolo che collega San Biagio dei Librai a San Gregorio Armeno, è un piccolo diamante incastonato nel cuore della città partenopea. La sua fondazione risale a prima del 1327 per volere di Bartolomeo di Capua, consigliere di Carlo II d’Angiò, ed inizialmente venne indicata come Cappella dell’Arte dei Molinari e successivamente presa in custodia dagli artisti che scolpivano le pietre dure, detti Pipernieri.

Nel 1748, la chiesa diventò la sede dell’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione SS. Gioacchino e Carlo Borromeo, per poi essere abbandonata per decenni. Grazie al lavoro dall’Associazione Respiriamo Arte, la chiesa di Santa Luciella ai Librai è stata riaperta al pubblico. L’apertura, oltre al teschio con le orecchie, ha permesso ai visitatori di ammirare anche il bellissimo pavimento maiolicato presente nella sua navata, sopravvissuto a diversi anni di abbandono e incuria.

Un affresco con lo stemma della corporazione dei Pipernieri, dei Frabbicatori e Tagliamonti, che alla santa affidavano la protezione della vista messa a rischio dai propri mestieri, sormonta il maestoso portale in piperno.

La piccola cappella dedicata a Santa Lucia si trova sul frontale dell’entrata, mentre sulla parete laterale c’è un varco che conduce alla sagrestia. Infine, gli stemmi mariani realizzati nel rimaneggiamento del Settecento, sono visibili ovunque.

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