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La mafia sull’oro nero, maxi operazione di Guardia di Finanza e Carabinieri

Pubblicato il 12 Aprile, 2021

Ruota attorno ad importanti famiglie mafiose, riconducibili ai clan dei Casalesi e ai clan tarantini l’operazione che ha visto al lavoro i comandi provinciali dei carabinieri e della Guardia di Finanza di Salerno dalle prime luci della giornata di oggi. Nelle province di Salerno, Napoli, Avellino, Caserta, Cosenza e Taranto, i Comandi Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Salerno e del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Taranto – su delega delle DDA di Potenza e Lecce sono stati impegnati in una indagine congiunta e coordinata a carico di oltre 100 indagati – hanno complessivamente impiegato oltre 410 uomini per dare esecuzione a due Ordinanze  applicative, complessivamente, di 45 misure cautelari personali (26 in carcere, 11 agli arresti domiciliari, 6 destinatari di divieto di dimora e due misure interdittive della sospensione dall’esercizio delle rispettive funzioni  di due appartenenti al Corpo per la durata di sei mesi) – con sequestri di immobili, aziende, depositi, flotte di auto-articolati, emesse dai GIP dei Tribunali di Potenza e Lecce, nei confronti di 45 indagati, indiziati di associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata alla commissione di frodi in materia di accise ed IVA sugli olii minerali, intestazione fittizia di beni e società, riciclaggio, autoriciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita. Le indagini hanno fatto emergere distinte ma collegate organizzazioni criminali – variamente qualificate ai sensi degli artt 416 bis e 416  aggravato ex art 416 bis 1 cp –  operanti nei Distretti di Lecce e Potenza – e segnatamente nel  Vallo di Diano, quindi nel basso salernitano, nonché nella Provincia di Taranto,  ruotanti, tutte – talora in modo collegato ed in alleanza, talora in modo conflittuale – intorno ad importanti famiglie mafiose, riconducibili al clan dei casalesi ed ai clan mafiosi tarantini,  il cui core business era rappresentato da un contrabbando di idrocarburi che ha cagionato allo Stato danni economici per decine di milioni di euro, a cui ha corrisposto un eguale guadagno per tali sodalizi.

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