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L'Aquila

L’Aquila, due minorenni orfane vittime della violenza dello zio: schiaffi, frustate e bastonate

Pubblicato il 29 Dicembre 2022

Hanno entrambe raccontato alle loro insegnanti di essere orfane di padre e picchiate ripetutamente anche con la frusta dallo zio per futili motivi.

Un macedone di 36 anni residente in città, arrestato e trasferito in carcere dagli agenti della Squadra mobile della Questura de L’Aquila, al termine dell’indagine portata avanti dal sostituto procuratore della Repubblica de L’Aquila, Roberta D’Avolio, magistrato in prima linea nella lotta ai reati contro le donne.

L’arrestato deve rispondere di atti persecutori e lesioni sulle due nipoti minori che frequentano l’Istituto di istruzione superiore Ottavio Colecchi nel polo di Colle Sapone.

L'Aquila

Proprio due insegnanti, partendo dalla ferita al polso di Maria (nome di fantasia) e dalla testimonianza anche di sua sorella (che chiamiamo Rosa) sono venute a conoscenza, tra le lacrime delle due studentesse, dello stato di soggezione e delle ripetute violenze che erano costrette a subire in casa, da quando orfane di padre e abbandonate dalla madre, vivono con lo zio, sua moglie e la nonna.

Racconti inquietanti che hanno portato le docenti a presentarsi dopo qualche ora negli uffici della Questura per presentare denuncia.

L’ultimo caso di violenza il 10 dicembre scorso quando lo zio aveva scoperto che Maria non era andata a scuola il giorno prima per andare con alcune amiche al terminal bus di Collemaggio dove era stata raggiunta da Rosa che al contrario era entrata a scuola.

Rientrata a casa, Maria è stata presa per i capelli e gettata sul divano.

Nonostante Rosa avesse cercato di calmare lo zio, lui ha afferrato un bastone di ferro e colpito alla testa Maria, che, nel tentativo di difendersi, si è ferita al polso. Azione violenta interrotta dall’intervento della nonna.

In un altro caso, hanno denunciato le due giovani, l’uomo le ha colpite con un sostegno rotto di un comodino per costringerle a farsi consegnare i telefoni cellulari.

Rimproveri e schiaffi dello zio, che non tollerava l’utilizzo degli smartphone.

Le prime aggressioni risalirebbero al 2020 quando l’arrestato aveva scoperto che Maria scambiava messaggi al telefono con un fidanzato albanese: schiaffi, frustate alla schiena con un filo elettrico.

A farne le spese anche Rosa nel tentativo di difendere la sorella.

Dopo la brutale aggressione erano arrivate le scuse, ma dopo poco tempo lo zio ha ripreso a rimproverarle e a picchiarle con schiaffi al volto.

Infine, le minori hanno raccontato di essere state picchiate un giorno dallo zio con il manico del martello perché si era rotta la persiana della loro cameretta.