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L’assessore al turismo contro gli Arbnb a Roma: dove vanno i soldi delle tasse di soggiorno?

Pubblicato il 22 Febbraio, 2022

“Non è accettabile che Roma Capitale da anni non sappia a cosa facciano riferimento i soldi che Airbnb versa nelle casse capitoline. Nessuno ha mai controllato Airbnb per cosa pagasse”: queste le parole dell’assessore al turismo Alessandro Onorato che parla a tutti gli effetti di “danno erariale” e di procedura ingiusta nei confronti di alberghi e ostelli, legalmente costretti a dichiarare il livello della struttura e l’effettivo numero di pernottamenti. Una concorrenza sleale dunque per il settore alberghiero capitolino già pesantemente gravato dalla situazione epidemica e una possibile perdita di soldi per le casse capitoline.

Airbnb dal 2020 ad oggi avrebbe versato nelle casse capitoline un corrispettivo di 3,5 Euro di tasse, secondo un protocollo firmato con la giunta Raggi.

I dettagli operò non sono mai stati concordati e questo renderebbe impossibile il controllo del comune circa le cifre ricevute. Non sono specificati infatti la tipologia di struttura ricettiva e l’effettivo numero di notti spese dagli ospiti.

“Da due anni è impossibile per l’Amministrazione comunale operare un controllo sulla correttezza degli importi riversati” tuona Onorato. “AirBnb non può decidere, in maniera arbitraria quanto applicare a ogni locazione. Perché sempre 3,5€ di tariffa comunale e non quanto applicano correttamente gli alberghi in base al livello della struttura?”. L’assessore ha tenuto a specificare che non si tratta di una guerra contro l’app, ma di garantire la legalità e gli interessi di Roma.

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