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boccioni e tre donne

L’opera di Boccioni “Tre Donne” per la prima volta visibile a Verona

Pubblicato il 28 Ottobre, 2020

Alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, fino a marzo 2021, è visibile l’opera Tre Donne di Umberto Boccioni, prestito riconosciuto dalle Gallerie d’Italia di Milano, dalle collezioni di Intesa Sanpaolo. Il dipinto, esposto per la prima volta a Verona, è da oggi visibile al pubblico nel nuovo allestimento della terza sala della GAM.

Prosegue così l’attività veronese del ciclo di mostre dossier intitolato Ospiti fuori dal Comune, dedicato a capolavori in prestito da collezioni di istituzioni italiane ed estere, che vengono presentati per un lungo periodo nei percorsi espositivi dei musei cittadini.

Grazie all’accordo di interscambio, il Museo di Castelvecchio ha concesso alle Gallerie d’Italia due opere di Giambattista Tiepolo, tra cui l’imponente olio su tela intitolato ‘Eliodoro e l’alto sacerdote Onia’, e una di Louis Dorigny che, dal prossimo 30 ottobre, saranno esposte a Milano in occasione della mostra sul Tiepolo organizzata nel 250° anniversario dalla morte.

Per informazioni, su orari di visita e costi del biglietto d’ingresso al museo, è possibile consultare il sito della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti – gam.comune.verona.it.

Tre donne. L’opera di Boccioni fu presentato dall’artista alla Permanente di Milano nel luglio 1910, poco dopo la firma del primo manifesto futurista. Filippo Tommaso Marinetti vide in questo ritratto di straordinaria qualità pittorica il primissimo tentativo per “superare l’Impressionismo, solidificarlo e determinare le luminosità”.
La singolare iconografia del triplo ritratto familiare è dedicata a tre donne che hanno segnato nel profondo gli affetti del pittore: l’amatissima madre Cecilia Forlani, la sorella Amelia e l’amica intima Ines. Le tre figure, soprattutto la madre, furono riprese più volte dall’artista nella fase pre-futurista. L’uso del controluce e di altri suggestivi effetti luminosi caratterizzano la maggior parte di questi ritratti. Nella grande tela Tre donne i raggi provengono da una finestra, di cui si può intuire la presenza nella parte sinistra dell’immagine, e intessono con pennellate allungate le tre figure. La luce, usata fino a quell’epoca per costruire i corpi, sembra ora smaterializzarli, annunciando la compenetrazione tra figura e ambiente che contraddistinguerà i successivi ritratti futuristi.

Il quadro è riconosciuto come un’opera chiave dell’artista al passaggio da un divisionismo alimentato dagli esempi di Giacomo Balla e Gaetano Previati allo stile futurista.

Umberto Boccioni.Nato a Reggio Calabria da genitori romagnoli, Boccioni soggiorna in diverse città – Padova, Catania e Roma – al seguito del padre, impiegato statale. Dopo gli iniziali passi nel panorama artistico romano, Boccioni nel 1906 viaggia attraverso l’Europa. Rientrato in Italia, dopo un intermezzo a Venezia, nell’agosto del 1907 si stabilisce a Milano. Il 1910 è l’anno della svolta in cui conosce Filippo Tommaso Marinetti, autore del testo Le Futurisme e convinto sostenitore della rivoluzione delle arti in linea con gli sviluppi della modernità. Animato dal desiderio di creare il nuovo, Boccioni sottoscrive, insieme a Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla e Gino Severini, il Manifesto tecnico della pittura futurista. Alle iniziali difficoltà di affermazione incontrate dal gruppo futurista, seguono negli anni dieci progressive occasioni espositive in Italia e all’estero. La sperimentazione delle teorie futuriste lo porterà dal 1912 a elaborare capolavori come Materia ed Elasticità e una straordinaria serie di sculture sul tema del Dinamismo, tra cui la celebre Forme uniche della continuità nello spazio. Nel 1914 pubblica il testo teorico Pittura Scultura Futuriste (Dinamismo plastico). Allo scoppio del primo conflitto mondiale i futuristi sostengono l’intervento dell’Italia in guerra. Il 17 agosto del 1916, a pochi chilometri da Verona, l’artista muore a seguito di una caduta accidentale da cavallo.

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