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La madre del runner ucciso: “L’abbattimento dell’orso non mi ridarà Andrea. La colpa è di altri”

Pubblicato il 13 Aprile 2023

“Come madre non posso accettare una morte così orribile, ma voglio chiarire una cosa: la colpa non è di mio figlio e neanche dell’orso”.

Così Franca Ghirardini. La madre di Andrea Papi, il runner 26enne ucciso dall’orsa Jj4 in Trentino dice la sua in una lettera diffusa dall’avvocato di famiglia.

Una vicenda dolorosa che ha riaperto il dibattito sulla difficile convivenza tra i plantigradi e l’uomo in un territorio fortemente antropizzato. “La colpa – si legge nella lettera – va ricercata nella cattiva gestione fatta da chi ha gestito, nel tempo, il progetto Life Ursus, che ormai è sfuggito di mano”.

“L’abbattimento dell’orso non mi ridarà Andrea” scrive la madre del ragazzo. “La gestione di questo progetto, man mano nel tempo, è diventata sempre più incauta e inadeguata e non ha tenuto conto e valutato la crescita del numero degli orsi e della popolazione. Per la mancanza di tutela e prevenzione ci devono essere dei responsabili, che non possono passarla liscia”.

In chiusura la donna lancia un appello alle istituzioni: “Chiedo a tutti i Comuni del Trentino e alle Amministrazioni di starci vicino, come atto dovuto, perché Andrea potrebbe essere stato l’Andrea di tutti, di tutte le comunità, il figlio di tutti. Mi auguro che il Governo, lo Stato, il Presidente del Consiglio ci aiutino e raccolgano questo che è l’urlo di dolore di una madre”.

A ferire a morte Andrea Papi è stata l’orsa Jj4. La conferma è arrivata mercoledì dalla procura di Trento, sulla base delle analisi genetiche effettuate nei laboratori della fondazione Edmund Mach. Si tratta di un’orsa di 17 anni nata in Trentino da due esemplari provenienti dalla Slovenia, Joze e Jurka, rilasciati tra il 2000 e il 2001, nell’ambito del progetto Life Ursus.

Jj4 si era già resa responsabile di un’aggressione ai danni di padre e figlio sul Monte Peller, in Trentino Alto Adige, il 22 giugno del 2020. In base a quanto è stato ricostruito, il giovane si stava inoltrando lungo un sentiero, seguito a poca distanza dal padre, quando si è trovato a tu per tu con l’orso. Caduto a terra, è stato sormontato dall’animale e a quel punto la reazione del padre è stata quella di scagliarsi contro il plantigrado riportando la frattura di una gamba in più punti.

Dopo l’aggressione di padre e figlio, la giunta provinciale di Trento ne aveva chiesto l’abbattimento. L’ordinanza di cattura, tuttavia, era stata annullata dal Tar. Jj4 nel frattempo è stata dotata di radiocollare, che tuttavia al momento è scarico e non trasmette più i dati relativi agli spostamenti dell’esemplare. Dopo la morte del giovane 26enne il presidente della provincia Fugatti ha firmato una nuova ordinanza per abbattere l’orsa, ritenuta “pericolosa per l’incolumità e la sicurezza pubblica”. Per la cattura potrebbero essere utilizzate le trappole a tubo, ma, in caso di emergenza saranno usati anche lacci o fucile spara-siringhe.