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MALTEMPO: COLDIRETTI, COMPROMESSI I RACCOLTI

Pubblicato il 8 Aprile, 2021

8 aprile 2021 – Non si può più far finta di ignorare i cambiamenti del  clima.  A pagarne  le spese più di altre categorie, sono gli agricoltori che operano a cielo aperto.
Nella notte tra il 6 ed il 7 aprile ed questa notte, le temperature sono scese abbondantemente al di sotto dello zero con minime molto vicine ai meno 4 gradi centigradi. Purtroppo non si è trattato di un fenomeno che, come talvolta accade, si presenta al sorgere de sole; l’osservatorio di Coldiretti  che monitora il territorio provinciale guardando i grafici rileva che la temperatura sia rimasta su valori negativi per oltre otto ore.

“Fare oggi una stima anche approssimativa del danno è prematuro” afferma il presidente di Coldiretti Venezia Andrea Colla –  “tuttavia per quanto concerne la vite, dove è avvenuto un  germogliamento precoce in particolare su  Glera, Chardonnay e Refosco, già si notano chiari segni di ustioni.” “Il problema non è stata la gelata delle notti scorse- fa notare Andrea Gasparini viticoltore di Meolo – bensì il caldo anomalo di 15 giorni fa che anticipato l’accrescimento dei germogli ora bruciati dal gelo”.

La memoria ritorna al 2017- sostiene Coldiretti-  quando verso la metà di aprile si è verificata una gelata che non ha però toccato le minime di oggi. In quel caso, visto che nessuno poteva vantare esperienze, poiché un fenomeno simile si era verificato nel lontano 1956, abbiamo imparato successivamente che anche se i danni sembravano contenuti, la produzione aveva avuto ripercussioni con un calo di oltre il  30%.

“Sicuramente domenica avremo un quadro più preciso” spiega Orazio Franchi tecnico Coldiretti esperto di viticoltura. “E’ però da ritenere che le molte ore di gelo in qualche modo possano aver influito negativamente non solo sui germogli ma sull’ intrinseca fisiologia della vite.”
Oltre alla vite si segnalano danni alla barbabietola e soprattutto alle coltivazioni di pero, sensibilissime alla basse temperature.

Così anche per le produzioni di asparagi.  Da Chioggia, Solange Boscolo coltivatrice diretta ci fa pervenire le foto degli asparagi completamente bruciati dal gelo. “E’ la prima volta che assisto ad un simile evento” racconta Solange “ avevamo coperto il terreno con il tessuto per proteggere gli asparagi ma stamane quando abbiamo tolto il telo abbiamo trovato una brutta sorpresa. La condensa che si era formata nelle ore più calde si era completamente ghiacciata, rovinando la produzione”.  Soffrono anche i fiori nei garden all’aperto come pure i grandi seminativi esposti al freddo gelido, ma anche le api che ingannate dal caldo erano uscite dagli alveari e ora rischiano di subire pesanti conseguenze. Una situazione drammatica per molte imprese agricole che – precisa la Coldiretti – hanno visto perdere in tre giorni, il lavoro di un intero anno.

Insomma, tra la brinata del 1956 e quella del 2017 sono passati sessantuno anni. Dal 2017 a oggi di anni ne sono passati quattro. Evidentemente dobbiamo prendere coscienza che eventi rari diventano frequenti.

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