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Zona rossa: l'Abruzzo verso il lockdown

Marsilio: “zona rossa necessaria per abbassare curva contagi”

Pubblicato il 19 Novembre, 2020

“Meglio iniziare subito la cura con la zona rossa per abbassare la curva dei contagi, fare spazio negli ospedali e uscire prima possibile da questa situazione di emergenza. Abbiamo superato la soglia critica del livello di occupazione dei posti delle terapie intensive. I nostri medici ci hanno chiesto, attraverso il comitato tecnico scientifico, di adottare misure più restrittive perché con l’attuale ritmo dei contagi gli ospedali rischiano di non poter garantire il diritto alla salute, bene primario. Le misure previste con la zona arancione non si sono rivelate efficaci, rischiavamo di travolgere tutto il sistema”.

Lo ha detto il presidente della Regione, Marco Marsilio, oggi nel corso del punto stampa a L’Aquila, in diretta streaming, dal palazzo della Regione, proprio per illustrare la decisione di istituire la zona rossa in Abruzzo.

Tanti gli argomenti toccati, dalla scuola alla cassa integrazione, dal fondo perduto per le imprese al sostegno alle famiglie, dalla campagna di vaccinazione ai test rapidi in farmacia.

“Rivolgo un appello – ha proseguito Marsilio – soprattutto agli anziani ultrasettantenni di restare in casa e frequentare meno persone possibili, perché rappresentano la categoria più a rischio. Confidiamo nella collaborazione di tutti per arrivare quanto prima ad una condizione di relativa normalità. La normalità sarà possibile solo con il vaccino.

Le migliori sanità del mondo non sono in grado di affrontare l’epidemia in queste condizioni e io penso che, a confronto di quello che sta avvenendo nel resto d’Italia, possiamo dire che i nostri medici, i nostri infermieri e gli operatori sanitari tutti stanno tenendo, seppure con estrema difficoltà. Stiamo mettendo tutte le nostre risorse a disposizione. Stiamo stanziando più fondi per gli specializzandi e trovando nuovo personale. Presto test rapidi, alla portata di tutti, nelle farmacie. Emetterò l’ordinanza entro questa settimana“.

Zona rossa: la questione della scuola

Il presidente si è soffermato sulla questione scuola e sui disagi per le famiglie. “La scuola è un argomento che spacca in due famiglie, culture politiche, categorie e mondo scientifico. Sostengono spesso tesi contrapposte. I più piccoli sono potenzialmente meno trasmissibili al contagio, ossia si contagiano meno e si ammalano poco. Privarli della socialità e dell’apprendimento in presenza, secondo gli esperti, non è un bene. Sono più fragili dal punto di vista dello sviluppo psico-fisico e cognitivo. Sarebbe un danno troppo grande. Avremmo danneggiato anche le famiglie, lì dove non è previsto il congedo parentale e il buono baby sitter per i più piccoli. Avrebbero dovuto arrangiarsi”.

Zona rossa: la cassa integrazione

Sugli strumenti a sostegno delle famiglie e delle imprese forniti i dati sulla cassa integrazione: al 6 novembre le istanze autorizzate sono 13.841. Riguardano 33.812 lavoratori, per un numero di ore pari a 6.950.515 e un importo totale di oltre 56milioni.

“La Regione – ha precisato Marsilio – non eroga la cassa integrazione direttamente. Noi abbiamo trasmesso tutto al ministero del Lavoro e all’Inps e quest’ultimo dovrà erogare.

Per il fondo perduto abbiamo stanziato altri 30 milioni oltre ai 20 previsti in prima istanza. Entro Natale verrà completato il pagamento per lo scorrimento dell’intera graduatoria fino ai 20 milioni e poi stiamo attrezzando gli uffici per soddisfare le ulteriori richieste di accesso alla risorsa straordinaria stanziata dalla Regione. Erogheremo fondi sino alla fine della lista dei beneficiari del fondo perduto. Mai adottata una misura così importante come sostegno economico alle imprese, che si trovano oggi a fronteggiare la straordinarietà determinata dall’emergenza Covid-19. Tale sostegno si aggiunge ai 12 milioni per le imprese che hanno effettuato investimenti, ai 12 milioni per le 18mila famiglie in difficoltà. Uno sforzo economico e sociale molto importante”.

Zona rossa: vaccini antinfluenzali

Infine, la questione legata alla campagna per i vaccini antinfluenzali. Sono stati messi a confronto i dati relativi allo scorso anno con quelli parziali relativi a questa prima fase di vaccinazione sottolineando come, con una campagna iniziata con un mese di anticipo rispetto allo scorso anno, il numero di vaccini non sia ancora sufficiente, ma esistono difficoltà di approvvigionamento per tutte le regioni italiane.

A L’Aquila nel 2019, nell’intera campagna antinfluenzale i vaccini somministrati erano 45.649, oggi 36.500; a Pescara lo scorso anno 59.200, oggi 45mila; a Chieti nel 2019 erano 65.175, oggi 48.685; a Teramo addirittura 25.500 lo scorso anno e quest’anno il numero è quasi raddoppiato.

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