Pubblicato il 3 Maggio, 2022
Ancora una volta riceviamo segnalazioni da ogni parte della città per una fortissima puzza di gas che, considerando il vento da nord ovest, con ogni probabilità ha origine dalla zona industriale. Che si tratti di Acciaierie d’Italia, la raffineria Eni o qualche nave impegnata a scaricare petrolio al Campo Boe poco importa. Quello che conta è che i tarantini, per l’ennesima volta, sono costretti a respirare veleni.
Di pochi giorni fa è la nostra istanza alla Capitaneria di Porto, inoltrata a mezzo pec, con la proposta di arretrare lo stazionamento di petroliere e navi minerale nella rada del mar Grande. Due le motivazioni che ci hanno spinto a tale richiesta: la diminuzione di rischio di incidente rilevante e il miglioramento dello skyline della città, irrimediabilmente compromesso dalla presenza di grandi industrie e, appunto, dal traffico continuo di navi spesso arrugginite. Attendiamo risposte concrete dalla Guardia Costiera.
Così, mentre Acciaierie d’Italia afferma sui social che è falso che a Taranto si muoia più che altrove e l’Eni regala alberelli, anche oggi ci è stata somministrata la nostra dose di veleno. Con buona pace di chi vorrebbe che nemmeno si parlasse di tutto questo. Taranto merita rispetto ma i tarantini devono iniziare a pretenderlo.
MASSIMO BATTISTA
Una città per cambiare
Taranto città normale
Periferie al centro
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