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Orrore al matrimonio, incendio uccide 100 invitati durante il ricevimento. Gli sposi: “Siamo morti dentro” (VIDEO)

Pubblicato il 30 Settembre 2023

“È vero che siamo seduti qui davanti a voi vivi. Ma dentro siamo morti. Siamo insensibili. Siamo morti dentro”.

Così Revan, 27 anni, e sua moglie, Haneen, 18 anni. Sono sopravvissuti all’incendio, scoppiato all’interno della sala nuziale gremita per il loro matrimonio a Qaraqosh , nella provincia di Ninive, nel nord dell’Iraq. Una festa che si è trasformata in un incubo, in una tragedia assurda, quella dal terribile bilancio: 100 invitati deceduti, almeno 150 feriti seriamente.

Revan ha raccontato a Sky News di aver perso 15 membri della sua famiglia nel rogo, aggiungendo che la sua sposa “non riesce più a parlare” dopo la perdita di 10 dei suoi parenti, tra cui sua madre e suo fratello. Anche suo padre è in condizioni critiche.

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Si calcola che il matrimonio di martedì sera abbia avuto circa 900 invitati, con l’incendio che è scoppiato intorno alle 22:45.

Mentre i rapporti iniziali sul logo del disastro suggerivano che i fuochi d’artificio accesi per celebrare la il lento ballato dalla coppia di neo sposi fossero la causa dell’incendio, Revan crede che l’incendio in qualche modo sia stato causato dalle condizioni del soffitto del locale.

“Potrebbe essere un cortocircuito, non lo so. Ma il fuoco è scoppiato nel soffitto. Abbiamo sentito il calore… Quando ho sentito il crepitio ho guardato il soffitto”, ha detto.

“Poi il soffitto, che era tutto di nylon, ha iniziato a sciogliersi. Ci sono voluti solo pochi secondi”, ha aggiunto.

Le riprese video condivise poco dopo la tragedia mostrano la coppia che balla mentre pezzi di materiale in fiamme cadono dal tetto.

È stato durante il ballo, ha detto, che si è verificata un’interruzione di corrente e quando l’elettricità è tornata ha “visto il fuoco” sul soffitto.

E’ stato che la gente ha cominciato a “urlare” e a “scappare”, ha raccontato, ricordando di avere aiutato sua moglie che non poteva camminare a causa del suo abito da sposa.

“Ho afferrato mia moglie e ho iniziato a trascinarla. Continuavo a trascinarla e a cercare di portarla fuori dall’ingresso della cucina. Mentre le persone fuggivano, la calpestavano. Le sue gambe sono ferite.”

Revan ha detto che c’era solo un estintore, che “non funzionava”.

Descrivendo come si sono svolti gli eventi, ha detto che quando hanno iniziato a ballare sono stati accesi due piccoli fuochi d’artificio, seguiti da altri quattro pochi minuti dopo.

Ha detto che suo padre aveva posto domande sul rischio che tali fuochi d’artificio provocassero scintille che potevano “cadere sull’abito della sposa” e “prendere fuoco”, ma i proprietari della sala gli avevano detto che i fuochi d’artificio erano elettrici, quindi “si poteva mettere la mano o anche della plastica sopra e non avrebbero provocato bruciature”.

La giovane coppia è straziata. “I nostri parenti, i nostri amici, i nostri cari se ne sono andati. Due giorni fa abbiamo seppellito lo zio di Haneen e le sue due figlie. Ieri abbiamo seppellito l’altro suo zio. Oggi abbiamo seppellito sua figlia e abbiamo seppellito sua madre. Suo padre è in condizioni critiche. Non sappiamo se sopravvivrà”, ha rivelato Revan.

“Mia zia è morta. Mia sorella aveva ustioni. Suo marito ha ustioni su tutto il corpo. Mio zio ha perso 7 membri. Così tante persone. E ogni giorno giungono nuove notizie di lutti”

“Adesso on possiamo più vivere qui. Voglio dire, ogni volta che cerchiamo di avere un po’ di felicità, ci accade qualcosa di tragico che distrugge la felicità. Quindi, è meglio per noi andarcene”, ha affermato sconsolato.

“La prima notte di nozze… perché è successo questo? Cosa abbiamo fatto? Perché è successo?”.

I materiali da costruzione altamente infiammabili sono stati indicati sia dai funzionari della protezione civile sia dai media locali un potenziale fattore che ha contribuito al rapido crollo dell’edificio.

Dopo l’incendio, il primo ministro iracheno Mohammed Shia’ al Sudani ha dichiarato sui social media di aver contattato il governatore provinciale di Ninive e i ministri dell’Interno e della Sanità del suo Paese, ordinando loro di “mobilitare tutti gli sforzi per fornire soccorso alle persone colpite dallo sfortunato incidente”.

Qaraqosh, conosciuta anche come Hamdaniya, è una città cristiana sopravvissuta all’occupazione dello Stato islamico.