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Il medico gli prescrive il Voltaren, 23enne muore per infarto

Pubblicato il 7 Maggio 2024

I casi di malasanità purtroppo non sono una novità e una diagnosi sbagliata può condannare un paziente, che magari si sarebbe potuto salvare con una diagnosi esatta. Ha fatto molto scalpore il caso di Stella Alaimo Franco, la donna 61enne di Bergamo dimessa dall’ospedale con una diagnosi di lombalgia, per poi scoprire che aveva un tumore che si poteva curare se diagnosticato in tempo.

Una situazione simile si è verificata a Chiaramonti, in provincia di Sassari, dove però le indagini sono ancora in corso e non risultano indagati. Un giovane di 23 anni, Marco Spanu, si è recato al pronto soccorso dove gli è stato dato del Voltaren, ma dopo poche ore il ragazzo è morto per infarto.

La drammatica vicenda

I fatti risalgono allo scorso 23 aprile, quando il ragazzo originario di Erula ha avvertito dolori al petto e alla schiena e quindi ha chiesto soccorso alla guardia medica del paese. Come riporta Today il ragazzo avrebbe raccontato al medico di turno di avere un forte dolore alla schiena, tremore al collo e al petto, un’abbondante sudorazione e le braccia mollicce.

I genitori del ragazzo due giorni dopo il decesso hanno spiegato che il medico ha curato quei dolori con un’iniezione di Voltaren. Dopo poche ore il ragazzo è stato colto da un malore nella casa della zia e sono intervenuti i sanitari dell’1-1-8, che però non hanno potuto fare altro che constatare la morte del ragazzo.

Le indagini

La Procura della Repubblica di Sassari ha aperto un fascicolo, ma per il momento non risultano indagati. Dall’autopsia è emerso che il ragazzo è morto per “trombosi dell’arteria discendente anteriore”. Secondo i genitori del ragazzo il medico non avrebbe approfondito le condizioni del figlio e sarebbe stato superficiale nella sua diagnosi.

Come ha spiegato il legale della famiglia, Marco Spanu si è presentato in guardia media con chiari sintomi di problemi al cuore, ma non sarebbero stati effettuati tutti gli accertamenti del caso. L’avvocato si è dunque chiesto se, seguendo i protocolli medici, si poteva salvare la vita del 23enne. Domanda alla quale solo l’indagine potrà rispondere.