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Melito

Melito: ‘o pittore ucciso a colpi di pistola nella trattoria nonostante la presenza di famiglie

Pubblicato il 23 Gennaio, 2023

Vincenzo Nappi, 57 anni, boss di primo piano del clan degli scissionisti, stava mangiando. Nella trattoria “Gaetano e Teresa” in via Lavinaio, a Melito, in provincia di Napoli, c’erano anche altri clienti che affollavano la sala. Ma l’assassino, incurante della presenza anche di famiglie, ha estratto la pistola e sparato più volte.

Nappi, soprannominato ’o pittore, del clan camorristico degli Amato-Pagano, è morto sul colpo, mentre la gente terrorizzata fuggiva dal locale.

Fuori al ristorante si sono radunati numerosi curiosi tenuti a distanza dalle forze dell’ordine.

Sul posto è arrivata anche un’ambulanza chiamata quando ancora non era stata accertata la morte di Nappi. Informato il pm di turno in Procura. I carabinieri hanno già avviato le indagini ed effettuato i rilievi del stabilire l’esatta dinamica dell’agguato.

Secondo il racconto dei collaboratori di giustizia, Nappi era stato già condannato a morte nel 2011, dopo l’omicidio di Antonino D’Andò, quando le due anime del clan, Amato e Pagano, erano in guerra.

Durante un summit si discusse della necessità di vendicare D’Andò (di cui per otto anni non si seppe nulla: i suoi resti furono ritrovati solo nel 2019) uccidendo un uomo di fiducia di Mariano Riccio e si pensò proprio a Vincenzo Nappi, ossia il suo referente per la zona di Melito.

Il progetto, secondo i pentiti, fu subito condiviso anche da Raffaele Imperiale, il re del narcotraffico che aveva acquistato i due quadri di Van Gogh rubati in Olanda e che è stato di recente estradato da Dubai. 

A scongiurare lo scontro, fu però, un incontro chiarificatore tra i boss Raffaele Amato e Mariano Riccio.

Ritenuto il contatto politico degli Amato-Pagano con il Comune di Melito, Nappi finì in manette nell’agosto del 2011 da latitante.

I militari lo sorpresero all’interno di un appartamento di via Catullo a Mugnano dove fu rinvenuto anche un impianto di videosorveglianza. Nappi era latitante dal 12 maggio precedente, quando, insieme con altri affiliati al gruppo Amato-Pagano, nei suoi confronti era stato emesso un ordine di custodia cautelare in carcere.

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