« Torna indietro

Menotti

Luis Cesar Menotti: addio a El Flaco (VIDEO)

Pubblicato il 6 Maggio 2024

In un’istantanea, la storia del calcio, di una nazione. Il maestro e l’allievo. Luis Cesar Menotti e Diego Armando Maradona. Adesso sono insieme nell’immaginario olimpo delle stelle dello sport più amato del mondo.

Si è spento El Flaco, l’allenatore che ha guidato l’Argentina alla conquista del primo titolo mondiale, della prima stella.

Era il 1978, l’apoteosi in casa, visto che i Mondiali si disputarono in Argentina. Aveva 85 il tecnico che in Italia sedette sulla panchina della Sampdoria.

Menotti non era in buone condizioni di salute dall’agosto dell’anno scorso, quando aveva avuto un malore in casa.  

Faceva parte di una famiglia che aveva origini italiane, di Ancona così come raccontò, e dopo la carriera da calciatore fra Rosario Central, Racing, Boca Juniors e in Brasile con il Santos, cominciò ad allenare nei primi anni Settanta, portando l’Huracan a uno storico titolo.

Così nel 1974 gli venne affidata la guida della nazionale con cui quattro anni dopo vinse, in casa, la prima Coppa del Mondo nella storia dell’Albiceleste. Il tutto, prima dell’inizio del torneo, fra le polemiche per la mancata convocazione del giovanissimo (17 anni) ma già fenomenale Diego Armando Maradona.

“E’ troppo giovane”, disse Menotti di Diego, con il quale vinse l’anno successivo, nel 1979, il Mondiale under 20, mentre alla guida della nazionale maggiore rimarrà fino al 1982.

El Flaco si era fatto apprezzare anche fuori dal campo, quando in piena dittatura firmò la richiesta che chiedeva la pubblicazione dei nomi e del luogo in cui si trovavano i desaparecidos. Assieme a lui, unico uomo di calcio a firmare, sottoscrissero l’appello intellettuali e personalità come Jorge Luis Borges, Adolfo Bioy Casares, Oscar Alende, Raúl Alfonsín, Hermenegildo Sábat ed Ernesto Sabato.

Quel testo suscitò così tanta rabbia tra i militari che i generali chiesero la cacciata dei Menotti. “E’ l’allenatore della Nazionale, non posso licenziarlo”, lo difese il presidente della federcalcio Julio Grondona, che poi, in privato, lo rimproverò per la sua presa di posizione contro il governo: “Nessuno conosce Borges – gli disse – tu invece sei Menotti”.