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Mestre, Ematologia dell’Angelo: la nuova sfida dei trapianti allogenici porta ad ampliare gli spazi e a potenziare l’attività d’eccellenza

Pubblicato il 6 Settembre, 2020

L’ospedale dell ‘Angelo viene riconosciuto come sede dei trapianti allogenici di midollo osseo, e per questa prestigiosa e delicata attività di grande specializzazione l’Ematologia dell’Ospedale mestrino acquisisce nuovi spazi.

“L’Ulss 3 Serenissima si è addentrata da tempo – sottolinea il Direttore Generale Giuseppe Dal Ben – nella frontiera dei trapianti di midollo osseo come risposta a quelle forma di leucemia che non hanno benefici dalle terapie farmacologiche tradizionali. Negli ultimi anni l’alta professionalità dimostrata dai nostri specialisti ha condotto a Mestre numerosi pazienti che si sono sottoposti a questo speciale intervento; e tutto questo ha portato la programmazione regionale ad individuare nell’Ematologia dell’Angelo uno dei poli veneti riconosciuti, da sostenere e da potenziare”.


Riunite le funzioni, ampliati gli spazi. L’ampliamento degli spazi dell’Ematologia dell’Angelo, in corso in questi mesi, è insieme la conseguenza e la premessa del potenziamento dell’attività già in corso: “Con il trapianto allogenico – spiega la dottoressa Chiara Berti direttrice dell’Ospedale – si introducono cellule staminali di un donatore compatibile nel midollo osseo della persona malata, dopo che ha effettuato chemio e radioterapia per eradicare le cellule di midollo neoplastiche. Si ricostituisce con il trapianto quell’equilibrio che porta alla ripresa della produzione di cellule del sangue”. “L’esecuzione della trapianto allogenico però – continua la Direttrice dell’Angelo – presuppone la presenza di specialisti dedicati a questo tipo di intervento. E in seguito, anche la gestione del paziente trapiantato, che resta ricoverato a lungo e in condizioni di  immunodepressione, richiede spazi particolari, dotati ad esempio di impianti per il filtraggio assoluto dell’aria in circolo e dell’acqua; e allo stesso modo questa attività complessa collegata al trapianto di midollo richiede strumentazioni dedicate e particolari e personale ad alta specializzazione: al riguardo, fondamentale è l’operato del Primario, il dottor Renato Bassan, e della dottoressa Cristina Skert, che si dedica esclusivamente a questa attività”.


Fino a sei pazienti contemporaneamente. Da qui l’esigenza di concentrare il lavoro dell’Ematologia sullo stesso piano dell’Ospedale, e poi di dedicare a questa attività un’area ulteriore: “Nel corso dell’estate – spiega la Dottoressa Berti – abbiamo trasferito al VI piano le attività che si svolgevano in precedenza al V piano (ricoveri) e al IV piano (attività ambulatoriali). Ora quindi sono già riunite in area coerente le tre sezioni di attività dell’Ematologia, cioè la degenza, l’attività ambulatoriale e quella relativa appunto ai trapianti. Sempre sullo stesso VI piano sono in fase di adeguamento strutturale e impiantistico quei locali che consentiranno il potenziamento dell’attività di trapianto allogenico e della gestione successiva del paziente. L’Ematologia di Mestre, così potenziata, giungerà a gestire, quanto ai trapianti di midollo, anche sei pazienti contemporaneamente, rispetto ai due attuali”.
L’attività complessiva dell’Ematologia, effettuato nei mesi scorsi lo spostamento che ha riunito al VI piano tutte le sezioni operative, non si è mai interrotta e continua ad andare a pieno regime. La Direzione dell’Ospedale conta di completare i lavori di realizzazione degli spazi aggiuntivi entro la fine del 2020.

Non solo l’Ematologia: altri Reparti ricollocati.
 Per mettere a disposizione dell’Ematologia gli spazi necessari al VI piano, ma anche per riorganizzare in modo più coerente tutta l’attività dell’Ospedale, durante l’estate è stata portata a termine all’Angelo la ricollocazioni di altri Reparti.
Per questa riorganizzazione complessiva, già programmata da tempo dalla Direzione dell’Ospedale, si è approfittato del momento in cui, per l’emergenza Covid-19, i Reparti coinvolti avevano già subito spostamenti e trasformazioni “di emergenza”; e nel momento in cui le varie Unità Operative si preparavano a tornare all’attività ordinaria, sono state ricollocate là dove le prevedeva il nuovo piano distributivo.


Mentre quindi si ricavava uno spazio più vasto per l’Ematologia, hanno visto variata la loro collocazione anche altri Reparti, tra cui la Nefrologia, la Gastroenterologia, la Geriatria e l’Ortopedia, la Neurochirurgia, la Breast unit, la chirurgia plastica, l’ORL, la chirurgia maxillo facciale e parte della Medicina. Questi spostamenti, organizzati d’intesa con i Primari e secondo una precisa logica di funzionalità, hanno permesso di realizzare una serie di “poli”, di aree omogenee funzionali: “Al piano II si è costituito – spiega il Direttore Generale Dal Ben – un settore tutto dedicato alla Breast-Unit, quindi alla chirurgia del seno e alla Chirurgia plastica, che con la Brest-Unit lavora in stretta continuità per la parte ricostruttiva. Al V piano un’altra area omogenea ha messo insieme la Neurochirurgia e l’Ortopedia, per la gestione congiunta dei traumi e dei traumatizzati che necessitano di interventi chirurgici. Un’altra area omogenea dedicata alla chirurgia di Testa-Collo è stata infine realizzata al VI piano, con l’Otorinolaringoiatria e la Chirurgia Maxillo-facciale”. Si sono date così risposte alla miglior operatività dei vari Reparti, intervenendo in un momento in cui, per forza di cose, era già in corso lo spostamento di molte di queste attività. “E in questo modo – conclude il Direttore Dal Ben – si è restituito ai cittadini, oltre che ai medici e agli operatori sanitari che lavorano in questi spazi, un Ospedale per molti aspetti nuovo e ridisegnato al meglio, con un’organizzazione degli spazi e una logistica interna che rispondano alle più recenti evoluzioni della tecnica e della clinica”.

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