Pubblicato il 20 Maggio, 2023
“Tutto torna”.
Comincia così la lettera di Mimmo Criscito al calcio letta ieri dal giocatore del Genoa al termine della gara vinta contro il Bari 4-3.
Era la sua ultima partita, si sapeva, lo aveva annunciato lui stesso qualche giorno fa, ma le emozioni sono state intense lo stesso, anche perché il finale è stato da film.
Criscito è tornato al Genoa a gennaio per cancellare un brutto ricordo, aveva promesso che non sarebbe finita con quel rigore maledetto calciato nel derby dell’anno scorso, parato da Audero, e che aveva certificato la discesa in Serie B del Grifone.
Non poteva finire così dopo 291 presenze nella squadra che è diventata quella del suo cuore con cui è volato in Europa nella gestione Gasperini e con cui ha lottato per restare in A nelle ultime stagioni di Preziosi.
La rivincita è arrivata ieri e è stata particolarmente dolce.
Criscito è entrato a pochi minuti dal termine, poi è stato fischiato un rigore per il Genoa proprio sotto la Nord, proprio nella porta di quel derby di quasi 365 giorni prima.
Il capitano si è presentato sul dischetto e questa volta ha segnato chiudendo la sua vita da giocatore con lacrime ben diverse dalle ultime versate a Marassi.
Subito dopo la gara Criscito ha letto un’emozionante lettera dal centro del campo del Ferraris :
“Caro calcio, tutto torna. Sapevo che sarebbe arrivato questo momento, il momento che ogni calciatore professionista prima o poi deve affrontare. Caro calcio, avrei tantissime parole da dire ma cercherò di essere breve. Grazie a tutte le persone che mi sono state accanto in questo lungo ed emozionante viaggio. Grazie alla mia famiglia, grazie a mia moglie, grazie ai miei bimbi ai quali sono riuscito a trasmettere la mia stessa passione per il Genoa. Grazie Genoa. Lungo il percorso, ci siamo salutati e riabbracciati per 5 volte: ogni volta che ci siamo riabbracciati è stato bello come la prima. Tutte le volte in cui ho indossato questa maglia ho dato tutto me stesso, con amore e con sudore. Chiudere la carriera con una promozione in Serie A è sicuramente il modo migliore per salutarvi con orgoglio ed emozione. Farlo nella squadra del mio cuore era quello che volevo da sempre. Quel 7 giugno 2003, quando ho indossato la maglia rossoblu per la prima volta, al Ferraris si respirava un’atmosfera da Champions League. La stessa che ho respirato a Odense, quando segnai di fronte a migliaia di tifosi arrivati fino in Danimarca. E in tutte le altre 289 volte in cui l’ho indossata, incluso oggi. I vostri, anzi i nostri colori li ho portati con orgoglio anche al Mondiale. Grazie a tutti i compagni di squadra, i presidenti, gli allenatori, le persone che lavorano dietro le quinte e in particolare grazie a tutta la proprietà e la dirigenza rossoblù che ha reso possibile che tornassi a vestire questa maglia per l’ultima volta. Per chiudere il cerchio. Grazie a voi tifosi: siete l’anima bella del calcio. Mi avete accolto che ero un bambino, mi avete visto e fatto crescere. Dalla Russia e dal Canada, in tutti i miei periodi trascorsi lontano da Genova, ho sfidato il fuso orario per guardare le partite del Grifone e soffrire insieme a voi. Voi, che mi avete preso per mano tutte le volte in cui per questa maglia ho lottato, nella buona e nella cattiva sorte, sulla fascia o dal dischetto. Con la Juventus, in un derby…alla fine tutto torna. Il primo passo verso il pallone, uno sguardo alla Nord, poi calciare senza paura. Del resto “non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”. La mia carriera calcistica finisce qui, con un po’ di magone ma con l’entusiasmo di sempre e la voglia di iniziare un nuovo percorso con nuovi obiettivi. Smetto di giocare ma non lascerò il mondo del calcio, perché il calcio per me è vita. Caro calcio, tutto torna. Anche i ricordi. Mi basteranno quelli a farmi ripensare a quanto sia stato fortunato ad aver trascorso questa parte di vita immerso tra i colori più belli del mondo. Il rosso e il blu. Rosso come la passione dei tifosi, blu come le onde del mare. Caro calcio, ti amo. Caro Genoa, ti amo“.
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