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Modigliani falsi

Modigliani: al via il processo su opere sequestrate a Genova

Modigliani: al via il processo su opere sequestrate a Genova

Modigliani – E’ iniziato ed è stato subito rinviato al 21 gennaio il processo per i falsi Modigliani, i 20 dipinti attribuiti al maestro di Livorno sequestrati mentre era in corso una mostra a Genova a Palazzo Ducale. A processo, per truffa, falso e contraffazione di opere, ci sono sei persone: Massimo Zelman, presidente di Mondo Mostre Skira, che imbastì la kermesse; Joseph Guttman, mediatore originario dell’Ungheria con base a New York e proprietario di molte delle opere sequestrate; Rudy Chiappini, italiano trapiantato in Svizzera, curatore; Nicolo’ Sponzilli, direttore mostre Skira; Rosa Fasan, dipendente Skira; Pietro Pedrazzini, scultore svizzero, proprietario d’ un “Ritratto di Chaim Soutine” che agli occhi degli investigatori piazzò come autentico pur sapendolo finto.

Modigliani: la notizia delle opere false alla mostra di Palazzo Ducale

La mostra di Modigliani è stata allestita nell’appartamento del Doge di Palazzo Ducale di Genova, ed è stata coprodotta da Palazzo Ducale, con l’allora presidente Luca Borzani, e da MondoMostre Skira, che ne ha affidato la cura a Rudy Chiappini. La durata di questa mostra era prevista per quattro mesi (16 marzo – 16 luglio), ma la notizia era già in circolazione alcuni mesi prima dell’inaugurazione.

Il 3/02/2017 comparve sulla bacheca Facebook di Carlo Pepi un messaggio di una persona che gli chiedeva un parere in merito a questa mostra, allegando un articolo di un giornale nel quale si offriva alla vista un dipinto che sarebbe stato esposto in questa mostra genovese. Ovviamente, non potendo sapere quali opere sarebbero state esposte, il giudizio di Pepi si limitò al dipinto riportato nell’articolo (il grande nudo disteso), dichiarato da lui immediatamente falso.
Sempre attraverso Facebook, tre giorni dopo, il 6 febbraio, Carlo Pepi manifesta dei dubbi sulla mostra di Genova e il 17 aprile dichiara falso il “ritratto a Maria” che compariva tra le opere selezionate per questa esposizione genovese.
Nel frattempo l’esperto di Modigliani si procura il catalogo di Genova e il 29 aprile si espone pubblicamente, sempre attraverso Facebook, scrivendo un post dove dichiara che «rarissime sono le opere autentiche esposte a Genova» inoltre, ancora una volta, puntualizza il fatto di essere «il solo ad intervenire per frenare questo insostenibile generalizzato malcostume di fare mostre fasulle prendendo in giro il pubblico».

Modigliani: gli accertamenti

Gli accertamenti scattarono nella primavera 2017, a mostra in corso, dopo la denuncia del critico Carlo Pepi, e fra i testimoni-chiave viene individuato l’esperto francese Marc Restellini che puntò subito il dito contro Guttman. Le perizie hanno stabilito che 20 opere, un terzo di quelle esposte, erano false. Secondo gli investigatori, attraverso l’esposizione alla mostra si voleva rendere autentiche delle opere false in modo tale da acquisire una maggiore quotazione e rivenderle a prezzi stellari nel centenario (caduto quest’anno) della morte di Modì.

Per i legali degli imputati, invece, le opere sono autentiche.
L’udienza avrebbe dovuto svolgersi in aula magna ma è stata poi spostata in via del Seminario.

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