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Moschea a Pisa – “fuoco amico” a destra e a sinistra – deputati Pd contro Franceschini

Pubblicato il 21 Giugno, 2020


Colpo di scena a Pisa, nell’ormai infinita querelle “moschea sì-moschea no” che dura da 8 anni.

Il Ministero dei Beni Culturali, che in passato aveva dato parere favorevole alla variante urbanistica che riguardava la moschea, e che è guidato da Dario Franceschini del Pd, ha fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che aveva dato ragione agli islamici contro le decisioni del Comune.

Per essere più precisi, l’Avvocatura dello Stato, per conto della Soprintendenza competente e del Ministero dei Beni Culturali, ha deciso di impugnare davanti al Consiglio di Stato la sentenza del Tar della Toscana sulla moschea.

Dal punto di vista tecnico potrebbe essere ritenuto un atto dovuto, perché la Sovrintendenza è un pubblico ufficio che ha il dovere di sostenere le proprie ragioni in quanto organo dello Stato fino a che glielo consente l’ordinamento, soprattutto per non incorrere nelle sanzioni della Corte dei Conti.

Ma la maggiore sorpresa ovviamente la si registra sul fronte politico, perché la decisione del governo nazionale, del Pd, dà oggettivamente fiato alle posizioni “non trattativiste” emerse all’interno della maggioranza di centro-destra che regge il Comune di Pisa.

Se ne sono accorti quattro parlamentari toscani del Partito Democratico, Stefano Ceccanti, Susanna Cenni, Lucia Ciampi e Valeria Fedeli, che hanno chiesto al Ministro Franceschini di ritirare il ricorso.

Un ricorso che definiscono sorprendente, stante “la chiara sentenza del Tar Toscana motivata in relazione alla Costituzione e alle Carte europee dei diritti”, ricordando altresì “come il Tar della Toscana con sentenza pubblicata lo scorso 1° giugno in relazione al ricorso dell’Associazione Culturale Islamica di Pisa contro il Comune di Pisa e il Ministero per i Beni e le Attività culturali ha riconosciuto le ragioni dell’Associazione segnalando in particolare la necessità di rispettare oltre alla libertà di culto quale diritto fondamentale garantito dalla nostra Costituzione, anche l’articolo 10 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, l’articolo 9 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali e rilevando puntualmente come invece Comune e Soprintendenza competente si fossero mossi in violazione di detti principi”.

Ma il “fuoco amico” non c’è solo a sinistra.

Come avevamo spiegato in precedenti articoli, anche a destra c’è stata una spaccatura dopo la decisione del Tar.

L’ultimo atto è avvenuto durante la trasmissione “Il segno dei tempi”, rotocalco dell’emittente locale 50 Canale.

Viene mandato in onda un servizio sulla protesta di residenti nel terreno in cui dovrebbe sorgere la moschea, e a cui partecipano esponenti della Lega, fra cui il Segretario provinciale Gabriele Gabriellini che, intervistato, sostiene che l’80% delle moschee sono un centro di reclutamento per il terrorismo.

In studio c’è Diego Petrucci, Sindaco di Abetone-Cutigliano ed esponente di spicco di Fratelli d’Italia, il quale, senza mezzi termini, commenta così le parole dell’alleato: “Una c….ta”.

Petrucci definisce inoltre una “boutade” da campagna elettorale la possibilità, ventilata dall’eurodeputato della Lega Susanna Ceccardi, di incatenarsi per protesta contro l’ipotesi della costruzione della moschea.

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