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Noale: PM10, parte la rete sensori “laser dust” dei cittadini

Un monitoraggio costante dei livelli di polveri sottili dispersi nell’aria, un sito internet dedicato per poter accedere a tutte le informazioni sul particolato ed il prezioso contributo di Legambiente. Questa è la strategia studiata dall’Amministrazione Comunale di Noale per sensibilizzare la cittadinanza e contrastare l’aumento del PM10 in atmosfera.

Pubblicato il 3 Gennaio, 2021

Un monitoraggio costante dei livelli di polveri sottili dispersi nell’aria, un sito internet dedicato per poter accedere a tutte le informazioni sul particolato ed il prezioso contributo di Legambiente. Questa è la strategia studiata dall’Amministrazione Comunale di Noale per sensibilizzare la cittadinanza e contrastare l’aumento del PM10 in atmosfera.

Il progetto ha la durata di tre anni ed ha lo specifico intento di sensibilizzare i cittadini ed informarli sui livelli di allerta oltre a monitorare il territorio in tempo reale. Inizialmente le risorse saranno impiegate per creare l’infrastruttura di monitoraggio, informare i cittadini sui livelli di inquinamento per poi procedere ad una diffusione del network di sensori su base volontaria, fino a mettere a disposizione un reale contributo economico per la sostituzione degli impianti a biomassa non a norma come stufe obsolete e con classificazione inferiore alle 3 stelle, di fatto fuori legge dal 2017.
I primi quattro sensori sono già installati nel territorio e funzionanti. A breve verrà conclusa tutta l’installazione che vedrà dieci sensori installati in capoluogo e frazioni a cui se ne aggiungono un paio di supporto, in funzione da più di un anno e che contribuiscono al set di dati. I cittadini inoltre potranno partecipare al network di monitoraggio con una donazione a Legambiente che da diritto all’installazione di un sensore da posizionare fuori della propria abitazione. << La rete di sensori fornirà dati in tempo reale aggiornati ora per ora, su una piattaforma webraggiungibile da smartphone e da computer che sarà visibile a brevesu un sito web dedicato>> spiega il consigliere alla sostenibilità e all’educazione ambientale Enzo Masella <<un database restituirà il valore medio del PM10 ed un colore indicherà lo stato della qualità dell’aria. Sarà così possibile conoscere in tempo reale se stiamo respirando un’aria buona, scarsa o pessima e di conseguenza avere più consapevolezza sui giusti comportamenti da tenere sia per limitare la produzione di PM10, come lasciare l’auto in garage o spegnere la vecchia stufa a legna, sia per salvaguardare la nostra salute proteggendo le vie respiratorie durante le attività motorie all’aperto o evitare di arieggiare la casa con livelli troppo alti di polveri. Ci conforta, inoltre, che anche ARPAV abbia confermato la sostanziale bontà delle misure fatte con i sensori “low cost”, quali i nostri, rispetto ai misuratori di riferimento. E’ infatti notizia di oggi che, dopo una campagna di confronto tra i diversi sensori, ARPAV abbia verificato la sostanziale bontà dei dati nella maggior parte delle condizioni>>. Il nostro è un progetto sperimentale che rafforza il lavoro di divulgazione che l’Agenzia Regionale fa per la lotta al PM10, registrando dati puntuali in tutto il territorio, con l’intento di portare la tematica della qualità dell’aria, passata in secondo piano durante questi ultimi mesi, nelle case dei cittadini rendendoli responsabili e partecipi al monitoraggio. Il messaggio che lanciamo è chiaro: abbassare il PM10 si puó e si deve e le amministrazioni locali hanno il compito di coinvolgere in questo processo culturale i cittadini grazie al lavoro delle associazioni ambientaliste.

Tra qualche giorno avremo inoltre una serie di dati importanti, vista la decisione della Giunta Regionale di sospendere il panevin 2021 a causa del Covid. La combustione delle biomasse, pur essendo una fonte di energia rinnovabile, comporta delle problematiche in passato sottostimate. Quest’inverno a parità di condizioni meteo, si potranno fare delle interessanti considerazioni, utili a regolamentare questa pratica, magari impegnando i privati e le Pro Loco al rispetto di un disciplinare condiviso e unico per tutta la Regione che trasformi i panevin futuri in eventi tradizionali più sostenibili.

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