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Non ha soldi per pagare la cocaina, viene minacciato con un pitbull: Squadra mobile arresta due pusher

Pubblicato il 28 Marzo, 2021

L’episodio risale alla settimana scorsa, quando un 27enne aquilano si è recato al pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore a causa di lesioni provocategli da un cittadino macedone, K. M., e da un rumeno, A. C..
I due stranieri nei giorni precedenti avevano ceduto dello stupefacente tipo cocaina al giovane aquilano, che però non aveva soldi per pagarla. Dapprima erano accondiscendenti ad un successivo pagamento, poi invece nella realtà per recuperare i soldi hanno posto in essere più azioni di un identico disegno criminoso, in concorso morale e materiale fra loro, al fine di trarre ingiusto profitto, mediante violenza e minaccia aggravata dall’impiego di un’arma da taglio e da punta (coltello) e di armi improprie (minaccia con cane pitbull e fibbia della cinta), nonché minacciando di mettere cocaina nell’autovettura del cittadino italiano e di chiamare poi la polizia per farlo arrestare. Gravi minacce utili a porre in essere l’estorsione al giovane acquirente di stupefacente, cui non si chiedeva soltanto la somma inizialmente pattuita, ma anche ulteriori soldi, 300 euro, che dovevano servire a rimborsare il danno economico ricevuto, posto che la cocaina non era stata pagata subito, per un totale di 1500 euro. Il personale della Squadra mobile, intervenuto prontamente a seguito di preoccupazioni espresse dai familiari del citato giovane, in pieno raccordo con l’Autorità giudiziaria, ha iniziato le indagini acquisendo gravi elementi di colpevolezza a capo dei due stranieri, tali da far emettere dall’Autorità giudiziaria due ordinanze di custodia cautelare nei loro confronti. Il cittadino macedone è stato arrestato e tradotto dagli operatori della Squadra mobile al carcere di Ascoli Piceno, mentre il cittadino rumeno è stato posto agli arresti domiciliari. Nel corso di perquisizione nell’abitazione del cittadino rumeno, gli agenti hanno rinvenuto dosi di stupefacenti e la cinta con la fibbia servita a colpire il giovane aquilano.

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