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NUOVA FUMATA NERA SULLE ACCIAIERIE: IL FUTURO È SEMPRE PIÙ NERO

Pubblicato il 12 Dicembre, 2020

Venerdì 11 dicembre si è svolto la videoconferenza tra le RSU aziendali JSW e Comune di Piombino Regione Toscana e il Ministro Patuanelli e il sottosegretario Morani. Nell’incontro si è parlato sempre delle stesse medesime promesse del piano industriale fantasma e di un investimento da parte statale di 11 milioni a fondo perduto, con un prendere o lasciare finale.

Ribadiamo come USB che le chiacchere stanno al vento e i fatti non si vedono ancora. Le RSU aziendali denunciano che lo stabilimento non è sicuro ma i pochi lavoratori al suo interno lavorano ogni giorno rischiando un infortunio se no la vita per gli impianti che oramai sono fatiscenti, così non va bene! Si devono prendere decisioni drastiche per tutelare i lavoratori, la storia ci dovrebbe insegnare che “chi si loda si imbroda”.

L’ingresso di Invitalia promesso da JSW e dal sottosegretario Morani non è ancora avvenuto, non capiamo da chi è dovuta questa situazione di immobilismo, se da JSW perché non vuole investire anche soldi propri (molto probabile) o dal Governo perché non crede in Piombino. Un piano industriale che non si vede e resta inesistente, quale affidabilità può avere un’azienda che promette e non realizza mai le sue promesse? Sembra un piano già scritto già dal lontano aprile del 2014 quando fu fermato per volontà politica l’altoforno.

Il piano A per colare acciaio e far ripartire le acciaierie non sembra realizzabile e credibile dalle dichiarazioni fatte oggi anche perché si rischia che l’azienda porti libri in tribunale, e il piano B quale sarebbe? Secondo il nostro punto di vista il piano B che tengono nascosto potrebbe essere un polo di rifiuti italiano se non europeo perché l’unica cosa che cresce qui a Piombino è quella.

Le rotaie fondamentali per l’intero stato italiano verranno spostate a Taranto dove lo stato è entrato con forza nazionalizzando lo stabilimento per renderlo l’unico polo industriale dell’acciaio italiano, tutto questo è verificabile perché l’interesse su Piombino dalla politica regionale arrivando soprattutto a quella nazionale non è una notizia che fa discutere e i giornali nazionali parlano solo ed esclusivamente di Taranto, chi salverà questo stabilimento che ha fatto la storia dell’acciaio in Italia? Il territorio piombinese è lasciato al suo destino, cioè alla chiusura.

Entro fine anno secondo il governo la vertenza di Piombino si dovrà chiudere ma siamo già al 12 dicembre. Come USB esprimiamo forti dubbi guardando la storia dello stabilimento, ma vediamo sé nel breve periodo il Ministro con gli strumenti ha sua disposizione dara un segnale forte, costringendo JSW ad investire con impegni e date certe o obblighi l’azienda ad andare via da Piombino se non vuole investire, ciò comporta che lo stato si faccia carico dello stabilimento e dei lavoratori con le loro famiglie. Il tempo sta per scadere se non è già scaduto.

Ricordiamo che i soldi e quindi gli investimenti del Recovery Fund destinati all’Italia devono essere correlati da progetti seri e realizzabili, ma la vertenza potrà usufruirne solo con un piano industriale dettagliatamente presentato, ma per il momento non avendolo ancora presentato i fondi dei progetti della riconversione green prenderebbero un’altra strada e sarebbero dirottati in altri siti d’Italia. 

Ribadiamo che se prima della fine dell’anno ci sarà nuovamente un altro incontro con niente di concreto quindi una ennesima fumata nera, USB proclamerà una manifestazione invitando tutti i sindacati associazioni e partiti politici per ribadire la grave situazione.

USB come ha sempre fatto scenderà in piazza per salvaguardare i lavoratori che non possono più aspettare promesse che non si realizzano mai. 

USB PIOMBINO LAVORO PRIVATO.

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