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omicidio di via Montello

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Omicidio di via Montello: “De Marco aveva previsto atti sessuali e tortura per Eleonora”

Pubblicato il 13 Luglio 2022

A poco più di un mese dalla sentenza di condanna all’ergastolo per Antonio De Marco, il killer del duplice omicidio di via Montello, arrivano importanti novità su uno dei casi più scottanti degli ultimi anni. La sentenza del 7 giugno scorso, che ha condannato alla pena più grande Antonio De Marco, giovane ex studente e tirocinante infermiere di Casarano, reo confesso dell’omicidio dell’arbitro leccese Daniele De Santis e della sua fidanzata Eleonora Manta, uccisi la sera del 21 settembre 2020 nel loro appartamento in via Montello, era alquanto scontata. Quella maledetta sera, De Marco si introdusse in quella casa, che per mesi aveva condiviso con De Santis, e uccise a sangue freddo e senza pietà i due fidanzati con decine di coltellate, 79 per l’esattezza, in varie parti del corpo. Oggi, come detto, sono arrivate le 170 pagine di motivazioni, relative al duplice omicidio di via Montello, depositate dai giudici della Corte d’Assise di Lecce, presieduta dal Presidente Pietro Baffa. Ed eccolo uno dei passaggi più inquietanti e terrificanti delle 170 pagine: “Aveva previsto i tempi, più lunghi di quelli reali, aveva previsto per Eleonora atti sessuali con tortura che non ci furono perché la ragazza morì prima”. Ma, non solo. Insieme a questo passaggio inquietante ce ne sono tanti altri che descrivono la fredda malvagità del killer dell’omicidio di via Montello. I giudici poi scrivono: “Quello che va assolutamente precisato è che non si può ritenere di essere in presenza di “follia” ogni volta in cui si è in presenza di un delitto efferato non si può stigmatizzare come “autistico” o “folle” colui che commette un omicidio che suscita orrore nel sentimento comune per la sua crudeltà o per le vittime prescelte o per l’assenza di movente o per i contorni oscuri. De Marco ha una personalità complessa, ma come è complessa la personalità di tanti cittadini che non commettono delitti”.

La difesa puntava sull’incapacità di intendere e di volere per il killer dell’omicidio di via Montello e, nelle 170 pagine di motivazioni della sentenza, depositate dal giudice, si precisa il motivo per cui non si è voluta accogliere quell’istanza: “De Marco ha scelto volutamente e lucidamente, in condizioni di piena capacità di intendere e volere, sano di mente, un’alleanza con il male coltivando tutti i canali informativi che alimentassero questa scelta: la pedopornografia, la prostituzione, i video di mutilazioni, i canali esoterici i personaggi oscuri. Quindi De Marco ha ucciso in piena consapevolezza, con dolo di massima intensità, con premeditazione e con crudeltà”.

Per la Corte, quindi, De Marco ha sì dei disturbi, ma non una patologia che gli impedisca di essere lucido e presente a se stesso. Nel lungo documento sono racchiuse le fasi del processo e allegate diverse pagine di diario di De Marco, ma vengono anche approfondite le aggravanti riconosciute della premeditazione e della crudeltà. Sulla premeditazione si fa riferimento proprio agli scritti trovati su diari e biglietti, alcuni addirittura risalenti già al 30 gennaio 2020, nove mesi prima degli omicidio di via Montello. Qui, il killer elencava in maniera lucida e tecnica l’occorrente per uccidere la coppia. A metà agosto, inoltre, consultò i siti sui quali era possibile comprare un’arma e aggiungeva dettagli della tortura che voleva riservare a Eleonora. Sulla violenza e la crudeltà usate scrivono poi i giudici: “è sufficiente leggere la consulenza medico legale del dott. Roberto Vaglio per comprendere quanto sia stato bestiale l’attacco ai due giovani. … Parlare di attacco bestiale è un eufemismo di fronte alla mattanza che solo le fotografie delle vittime dimostrano per permettere di avere una visione esatta di come un solo uomo in dieci minuti abbia potuto colpire due suoi coetanei 79 volte … con assoluta crudeltà, al fine di smembrare quei corpi belli e sani, sfigurandoli e trucidandoli fino alla morte. Un soggetto che a tutti i costi si è tentato di far passare per pazzo. De Marco è soggetto lucido e pericolosissimo. Una spietatezza e efferatezza di un atto che si rivela unico nella storia del panorama criminologico dei delitti di omicidio”. Chiudono così i giudici nelle lunghe pagine di motivazioni alla sentenza inflitta al killer del duplice omicidio di via Montello. Chiudono un capitolo di una storia raccapricciante che forse ne avrà altri, ma che non cancellerà mai il dolore di chi è rimasto in vita e piangerà per sempre due anime innocenti. Due anime che l’amore aveva unito e che il destino, oltre che la crudeltà spietata di un assassino, non ha osato separare.