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L’omicidio, il suicidio, la pietà per una tragedia sconvolgente: i due fratelli saranno sepolti accanto a quello morto di leucemia

Pubblicato il 28 Luglio 2023

Edoardo doveva morire. Il fratello 28enne Patrizio Baltieri non solo aveva premeditato da almeno un mese di ucciderlo per poi suicidarsi, ma voleva anche essere certo di andare a segno. Al punto da esplodere non solo 3 colpi di pistola come finora si credeva in base alle testimonianze dei vicini di casa, ma addirittura uno in più.

È atroce il film dell’omicidio-suicidio che nel tardo pomeriggio di sabato ha distrutto in pochi minuti un’intera famiglia veronese nel quartiere di San Massimo.

I Baltieri erano già stati segnati indelebilmente dalla prematura scomparsa del figlio primogenito, Leonardo, un ragazzo “dall’entusiasmo e l’energia contagiosi” stroncato nel 2018 da una forma di leucemia fulminante che non gli aveva dato scampo nonostante la donazione di midollo osseo.

Una tragedia che aveva messo a dura prova la tenuta della famiglia: il papà, ex impiegato di banca, aveva cercato di reagire dedicandosi al volontariato e alla comunità, ma anche per i due figli rimasti, Edoardo e Patrizio, non era stato semplice riprendersi, ricostruisce il Corriere.

Soprattutto per il secondo, che si era totalmente chiuso in se stesso e nella sua camera: Patrizio non studiava, non lavorava e non aveva rapporti neppure con il fratello minore Edoardo, 24enne. Cos’abbia scatenato lo scorso weekend la sua furia omicida resterà purtroppo un gigantesco punto nero in questa vicenda sconvolgente: nessun esame scientifico potrà mai dare spiegazioni a un dramma di tale enormità, tantomeno l’autopsia eseguita nelle scorse ore all’Istituto di Medicina legale del Policlinico di Borgo Roma.

Nulla di certo ancora si sa e probabilmente mai si saprà sul movente, ma dal doppio esame autoptico è tuttavia stata ricostruita con esattezza la raccapricciante sequenza esplosiva con cui Patrizio ha ucciso il fratello per poi uccidersi.

Un’escalation che non lascia dubbi agli inquirenti: il 28enne voleva togliere la vita a Edoardo e voleva anche essere certo di morire subito dopo di lui. Il 24enne è stato raggiunto da quattro, e non solo tre come finora ipotizzato, colpi di pistola automatica, una parabellum calibro 9×21 con 15 proiettili acquistata a giugno: Patrizio voleva essere sicuro che Edoardo morisse, al punto da freddarlo con due spari frontali e due alle spalle. 

L’ha centrato una volta alla gamba e tre al torace: il colpo fatale, quello più lesivo, ha raggiunto Edoardo dritto al cuore.

Dopo essere stato certo di togliere la vita al fratello minore, Patrizio si è chiuso a chiave in quella camera dove passava ormai la maggior parte del suo tempo trascorrendo una vita del tutto ritirata e con pochissimi contatti con l’esterno: nella sua solitudine, staccato dal resto del mondo, non ci ha pensato un attimo, si è esploso un unico colpo alla testa puntandosi a bruciapelo senza alcuna esitazione quel potente fucile a pompa appena acquistato. Dagli accertamenti coordinati dal pm Carlo Boranga, è emerso infatti che Patrizio l’aveva comprato poche ore prima l’omicidio-suicidio, il venerdì o addirittura la mattina stessa del sabato sfociato nel sangue nell’appartamento di via Brigata Piemonte: un dettaglio sconvolgente che ha portato gli inquirenti alla verità più terribile, quella che il 28enne avesse premeditato da settimane, quasi certamente da giugno quando ha acquistato la pistola, il piano sanguinoso attuato sabato mentre i genitori si trovavano fuori casa.

Non c’erano dubbi, ma l’autopsia ha comunque confermato che la lunghezza dell’arma è compatibile con quella del braccio del fratello maggiore. 

E ora che dalla Procura è stata firmata la restituzione delle salme ai familiari, si avvicina la straziante ora dei funerali: “Sarà un’unica cerimonia funebre, i due fratelli verranno sepolti insieme” annuncia il parroco di San Massimo.

Edoardo, la vittima, e Patrizio, l’assassino-suicida, saranno seppelliti vicini al fratello maggiore Leonardo, ucciso dalla leucemia nel 2018, l’anno in cui il 28enne ha preso la licenza per il tiro a volo: le armi della doppia tragedia, la pistola acquistata e giugno e il fucile appena comprato, Patrizio le aveva regolarmente denunciate.

Nessuno, però, poteva prevedere un epilogo tanto cruento, e nessuno ora ne conosce la ragione: “I genitori sono sconvolti, stanno cerando di realizzare, di capire, per loro è durissima – li descrive il parroco -, per loro è la prova più difficile…”. Tre figli, tutti e tre persi prima dei 30 anni. E senza un perché.