Pubblicato il 6 Dicembre, 2021
Nella mattinata odierna i Carabinieri di Palermo hanno dato esecuzione a 31 provvedimenti cautelari (8 in carcere e 23 agli arresti domiciliari) emessi dall’Ufficio Gip del Tribunale di Palermo sulla base delle risultanze investigative emerse nel corso dell’indagine preliminare diretta dalla Sezione ‘Palermo’, coordinata dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca, della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura, per le ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione viene denominata Pandora.
L’indagine, condotta dai militari della Compagnia di Palermo San Lorenzo tra il 2019 e il 2020, ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario che è stato sostanzialmente accolto nel provvedimento cautelare, in cui si contesta l’esistenza di tre associazioni criminali, strettamente interconnesse, dedite al traffico di sostanze stupefacenti, che si sarebbero rifornite nel quartiere Ballarò per poi smerciare le sostanze stupefacenti principalmente nelle zone di Partanna Mondello, Borgo Nuovo e San Giovanni Apostolo, con ramificazioni anche nei quartieri più centrali della città.
Secondo l’ipotesi accusatoria, le tre compagini avrebbero utilizzato i rispettivi appartamenti per effettuare le cessioni al dettaglio e pusher per estendere l’illecita attività di vendita anche su piazza. Un gruppo avrebbe anche adottato un metodo itinerante di contatto e vendita all’ingrosso sull’intero territorio palermitano, in particolare nel centro città e in favore di spacciatori provenienti da altre province. I tre sodalizi sarebbero strettamente legati tra di loro da reciproci rapporti di fornitura e collaborazione, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà nell’approvvigionamento della sostanza stupefacente, così da assicurare sempre l’operatività delle compagini.
Sempre secondo le contestazioni mosse nell’ordinanza cautelare:
– gli indagati avrebbero avuto a disposizione magazzini, appartamenti ed esercizi commerciali per riunioni nel corso delle quali decidere le strategie dell’organizzazione, nonché per lo stoccaggio e lavorazione dello stupefacente. In particolare, in una macelleria riconducibile a uno degli arrestati, anche tramite i macchinari utilizzati nella quotidianità per la lavorazione e il commercio dei prodotti di origine animale, sarebbero state smistate grosse quantità di droga;
– il giro d’affari è presuntivamente stimabile in circa 500mila euro su base annua.
Nel corso dell’attività sono già state arrestate in flagranza di reato 13 persone e segnalati alla locale Prefettura, quali acquirenti, 6 soggetti nonché sequestrati circa 12 kg di stupefacente e circa 2.000 euro in contanti.
Immagine di repertorio
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