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Migranti

Ordinanza siciliana sui migranti, interviene il ministero dell’Interno

Pubblicato il 24 Agosto, 2020

Conflitto Viminale-Regione Siciliana sulla gestione dei migranti. Un conflitto in seguito all’ordinanza del presidente Musumeci che dispone la chiusura degli spazi per migranti in relazione alla prevenzione da Coronavirus. Dopo aver precisato che la competenza è del governo centrale e del ministero dell’Interno, lo stesso Viminale pubblica un comunicato stampa: “La gestione di un fenomeno complesso come quello migratorio richiede la proficua collaborazione tra i diversi livelli di governo e grande senso di responsabilità per dare risposte concrete alle esigenze e alle preoccupazioni manifestate dalle comunità locali. Il ministero dell’Interno è da sempre direttamente impegnato per ridurre l’impatto della forte pressione migratoria sulla Sicilia, dovuta ai numerosi sbarchi autonomi legati alla crisi tunisina, rispetto alla quale il governo si è attivato per trovare ogni utile soluzione”, evidenzia la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese.

“Da luglio scorso sono stati trasferiti in altre regioni circa 3500 migranti sbarcati sulle coste siciliane e ospitati nei centri di accoglienza dell’isola. La sicurezza, anche sotto il profilo sanitario, delle comunità locali è obiettivo prioritario del Viminale. Infatti, dopo aver inizialmente previsto il test sierologico per tutti i migranti arrivati, dai primi di agosto è stato introdotto obbligatoriamente l’esame del tampone rinofaringeo ed è stata attivata una apposita convenzione con la Croce rossa italiana per effettuare questo accertamento sanitario a Lampedusa ed assicurare rapide risposte. In ogni caso, la situazione attuale richiede lo sforzo comune da parte di tutte le istituzioni secondo il principio costituzionale di leale collaborazione, che si ritiene oggi più che mai indispensabile”, è il monito del ministero dell’Interno.

La conferenza stampa del presidente della Regione Siciliana

La conferenza stampa del presidente della Regione Siciliana

“Gli hotspot e i centri d’accoglienza non sono rispondenti ai criteri di prevenzione previsti dalla condizione di emergenza da epidemia. Se chiediamo alla gente di tenere la distanza, di portare la mascherina, di stare attenti quando si recano nei ristoranti, se vietiamo gli assembramenti nei locali serali con provvedimenti duri, seri sulle discoteche, è mai possibile che in uno stanzone debbano stare ammassate 500, 600, 700 persone?”, denuncia il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, stamani in conferenza stampa nella sede della Regione di Catania.

“Non mi importa sapere a che nazionalità appartengano”, ha affermato Musumeci. “Sono esseri umani che si trovano nella mia regione e io ne sono responsabile come commissario dell’emrgenza Covid. Ho il diritto di vedere cosa avviene negli hotspot? A meno che quei locali non siano zona franca. Ecco. Se godono dei privilegi di cui godono le ambasciate, noi non mettiamo lingua. Ma il Viminale non può dire, con un comunicato stampa tra l’altro, che le Regioni non hanno competenza in materia di migranti. Perché se avessimo avuto competenza, non avremmo avuto 11mila migranti. Nessuno contesta che la materia non appartenga allo Stato. Noi ci stiamo occupando di salute, non di migranti. Sono esseri umani e quella promiscuità è disarmante. È un delitto. Peraltro il numero di positivi cresce ogni giorno di più. Qui non stiamo facendo allarmismo. Stiamo solo rivendicando il diritto alla tutela della salute”, ha aggiunto il presidente della Regione.

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