Pubblicato il 30 Dicembre 2023
La Natività è sospesa su una nuvola con il cielo che entra nella stalla, la corona d’oro e quella di spine, il mantello rosso del potere e lo straccio imbevuto di sangue ai piedi di un malvagio serpente.
![Orvieto](https://www.dayitalianews.com/wp-content/uploads/2023/12/9b8be10885a55b182f95a7dfc1fbc527.jpg)
È il delirio di Erode morente a ispirare il 34/o presepe nel Pozzo della Cava di Orvieto, il complesso archeologico nel cuore del quartiere medievale della città umbra.
Sono evidenti i richiami forti all’attualità e a ciò che sta accadendo nel mondo e in particolare in quella Terra Santa in cui nacque Gesù oggi ancora martoriata dalla guerra.
![Orvieto](https://www.dayitalianews.com/wp-content/uploads/2023/12/06dac00ede4e110360c59a3c57f5edef.jpg)
Il tutto accompagnato dalla voce di Pietra Montecorvino che canta “Senza voce”, brano di Enzo Gragnaniello.
Note che si mescolano all’arte e al significato profondo che ogni anno, Marco Sciarra – ideatore del presepe e gestore del Pozzo – riesce a esprimere con l’allestimento di una Natività mai scontata e tantomeno banale.
“La narrazione di Erode il Grande propone una chiave di lettura basata su una sorta di dialogo con il visitatore, attraverso un confronto continuo tra presente e passato, tra cronaca e storia, tra positivo e negativo”, spiega Sciarra .
“Il terribile sovrano parla della sua vita, finendo per conoscere paradossalmente più i difetti della società del ventunesimo secolo che i propri” aggiunge.
“La grotta della Natività – sottolinea Sciarra – è un autentico delirio, dove però c’è una certezza che è l’amore praticato da Gesù. Un amore grande ma che non è stato sufficiente a evitare venti secoli di conflitti, e il serpente rosso dell’ultima scena sta lì a ricordarcelo. Un serpente che richiama la forza della malvagità che si contrappone all’amore, malvagità che è sempre viva e presente fino ai giorni nostri come la cronaca ci ricorda proprio in queste ore”.