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Palumbo (Pd) a Biondi: “Abbandoni in questo frangente il suo ruolo di dirigente di partito e concentri ogni sforzo nella più importante veste di sindaco”

Pubblicato il 26 Ottobre, 2020

Stefano Palumbo, capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale, ha dichiarato quanto segue: “Senza voler aprire alcuna polemica, ritengo però che i messaggi che il sindaco Biondi continua a lanciare siano sbagliati e distorsivi della realtà che la nostra città sta vivendo nelle ultime settimane. Nessuno gioisce di fronte alla reintroduzione di restrizioni che sappiamo tutti quanto graveranno su alcuni settori economici già pesantemente provati dal lockdown di primavera. A questi, è indubbio, va garantito un tempestivo e congruo ristoro da parte dello Stato e vicinanza in ogni forma da parte di tutti noi. Anche a me alcune restrizioni imposte dall’ultimo Dpcm convincono meno di altre ma va rilevato, senza generalizzare, come nella nostra città i primi focolai sono divampati proprio in palestra o in alcuni locali nell’ambito di serate organizzate nei giorni dell’Oktoberfest. Trovo ingiusto che a subire gli effetti di queste limitazioni siano pure i tanti titolari di impresa che in questi mesi hanno rispettato con massimo rigore ogni prescrizione imposta in termini di prevenzione e sicurezza, ma le responsabilità legate ad un livello di controlli non adeguato da parte del livello comunale non possono certo essere scaricate sul Governo. È un gioco che non giova a nessuno, che non risolve il problema, ma che soprattutto è pericoloso rispetto alla gravità della situazione che si registra sul nostro territorio, dove l’argine del tracciamento dei contagi è stato ormai rotto con il conseguente congestionamento dei reparti ospedalieri dedicati ai malati Covid, molto più giovani di quelli della prima ondata. Una condizione critica, che necessita di misure immediate e risolutive e non di messaggi rassicuranti. Sul fronte tamponi, ad esempio, va detto che siamo messi peggio di una settimana fa con il laboratorio analisi del San Salvatore che, a corto di personale e in attesa di un potenziamento atteso da aprile, riesce a dedicare la propria attività principalmente agli scopi interni, per pazienti e personale, mentre tutti gli altri tamponi vengono inviati all’istituto zooprofilattico di Teramo.  Le denunce ormai quotidiane di cittadini esasperati per i lunghissimi tempi di attesa sono il metro di una situazione che va recuperata al più presto, attraverso il dispiegamento di tutte le forze presenti sul territorio.

“Separare il livello del prelievo e quello dell’analisi”

Mi permetto a tal riguardo di aggiungere, alle tante già fatte nei giorni scorsi, un’ulteriore proposta. Per un più efficace e rapido tracciamento occorre a mio avviso separare i due livelli, quello del prelievo da quello dell’analisi. Del primo livello dovrebbero farsi carico Asl e Comune, aumentando ed attrezzando i punti in cui possono recarsi i cittadini o attraverso il potenziamento delle Usca per chi, in presenza di sintomi, non può uscire di casa; sul secondo livello è fondamentale invece ristabilire un diverso rapporto di collaborazione con Dante Labs, che sgravato dall’onere del prelievo potrebbe dedicarsi con maggior profitto all’attività di cui ha maggiore competenza, ovvero al processamento dei tamponi, e chiedere di fare altrettanto all’Università dell’Aquila che al suo interno ha competenze e strumenti in grado di garantire pari livelli qualitativi. Basterebbe per quest’ultima procedere, come già fatto in primavera con l’Università di Chieti, all’accreditamento da parte della Regione. A Biondi faccio una richiesta accorata, abbandoni in questo frangente il suo ruolo di dirigente di partito e concentri ogni sforzo nella più importante veste di sindaco. Bisogna riorganizzazione al più presto un processo che, sotto pressione, sta dimostrando pericolosamente tutti i suoi limiti e per farlo, se necessario, occorre alzare la voce anche nei confronti dei vertici della Asl e della Regione, affinché si ponga subito rimedio. Ne vale della salute degli aquilani e del destino della nostra economia che, indipendentemente dai Dpcm, continuerà a soffrire, finché regnerà una percezione di pericolo ed incertezza“.

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