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Pantano d’Arci, centinaia di pesci morti davanti alle spiagge, la Procura di Catania apre un fascicolo

Sono centinaia, tra pesci e anguille, crostacei e insetti morti lungo il canale Pantano d’Arci

Pubblicato il 15 Marzo 2024

Sono centinaia, tra pesci e anguille, crostacei e insetti morti, lungo il canale Pantano d’Arci, il corso d’acqua tra la diciottesima strada, della Zona industriale di Catania e la Playa, la spiaggia dei catanesi. Il tutto è stato filmato da una coppia di giovani catanesi nei primi giorni di marzo.

“Abbiamo incontrato dei finanzieri e abbiamo segnalato il caso, sono così arrivati i tecnici dell’Arpa che hanno eseguito il prelievo – spiega a Repubblica Palermo – Chiara Garozzo, la ragazza che ha filmato col suo smartphone.

Adesso, come riporta Repubblica Palermo, la Procura di Catania ha aperto un fascicolo.

Leggi e guarda il VIDEO: “COSA STANNO SVERSANDO NEL CANALE ARCI?” L’ALLARME DI GRAZIANO BONACCORSI. IL VIDEO È INQUIETANTE

Il consigliere comunale Graziano Bonaccorsi e Martina Ardizzone, deputata regionale, entrambi del Movimento 5 Stelle, hanno presentato anche un’interrogazione al Comune di Catania e all’Ars dove si chiede l’identificazione delle sostanze chimiche oltre ad individuare i responsabili.

“Questo canale è di vitale importanza per Catania perché arriva nel nostro mare e alle spalle c’è il tessuto economico della città”, dice Graziano Bonaccorsi. “È inaccettabile pensare che potremmo trovarci i nostri bambini a fare il bagno in un mare con liquami che non sappiamo di cosa siano fatti. Qui qualcuno pensa che può fare quello che vuole, ma non è così”, aggiunge ancora Martina Ardizzone.

“È un disastro ambientale che avrà conseguenze a lungo termine. L’acqua inquinata ha completamente sterilizzato il canale, uccidendo tutto ciò che incontrava”, spiega a Repubblica Palermo, Arturo Mannino, biologo esperto in biodiversità ed evoluzione biologica.

Sulla vicenda è intervenuto anche Giuseppe Rannisi, delegato della Lipu a Catania. “Il canale Pantano d’Arci – spiega – è vitale anche per altre specie. E’ un luogo di alimentazione degli uccelli della riserva dell’Oasi del Simeto, un ecosistema che avrà bisogno di mesi per ricostituirsi. Chiediamo che vengano fatti controlli sugli scarichi, tutto il sistema idrografico andrebbe riqualificato”.