Pubblicato il 4 Marzo, 2022
Anche nel nome di alcune belle amicizie personali, riaffermo la mia commossa solidarietà fraterna al popolo ucraino, schiacciato dall’invasione russa: così come a quello palestinese, per fare un esempio che mi interroga da decenni, al quale giustamente il governo italiano non invia armamenti. Dopo avere sottoscritto a Piombino la piattaforma avanzata meritoriamente ancor prima dell’invasione dalla Rete solidale e antirazzista, nei giorni scorsi, insieme a uno schieramento che va da Fratelli d’Italia a Leu, in Parlamento il M5S e il Pd hanno votato l’invio di armi al governo ucraino, in sintonia con la Nato e l’Ue, a mio modesto parere in violazione dell’art. 11, Costituzione della Repubblica.
Ma la piattaforma sottoscritta a Piombino recita fra l’altro: “…Da un lato il cosiddetto Occidente vuole “mantenere la supremazia”, come hanno scritto recentemente i capi di stato dei paesi Nato. Dall’altro la Russia, recuperando la sua antica vocazione imperiale, vuole essere riconosciuta come superpotenza… Condividiamo quindi l’appello del Movimento Pacifista Ucraino: …’Chiediamo la riduzione e il disarmo globali, lo scioglimento delle alleanze militari… di sancire la neutralità del nostro Paese con la Costituzione dell’Ucraina…’ …Con Cgil Cisl Uil, ‘chiediamo a tutti gli Stati membri dell’Ue, alle istituzioni europee, ai nostri vicini in Europa e alle altre parti interessate di prendere iniziative urgenti e significative da una posizione di neutralità attiva… chiarendo la loro indisponibilità a sostenere interventi militari’.
A UE e Italia noi chiediamo di impegnarsi su questa via, a cominciare dallo stop al commercio delle armi e dalla riconversione al civile delle fabbriche di ordigni bellici, garantendo il diritto al lavoro degli addetti.” Quindi, nessun ulteriore allargamento della NATO né invio di armi ai belligeranti. A questo punto mi domando se l’adesione di M5S e Pd locali a questi precisi contenuti debba ritenersi espressa in dissenso da M5S e Pd nazionali e dai rispettivi gruppi parlamentari. Oppure se si tratti di una furbesca operazione di politicanti, i quali contribuiscono così a squalificare la politica, soprattutto agli occhi dei giovani.
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