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Parma, la cessione a un passo: la società parlerà arabo

Pubblicato il 29 Luglio, 2020

Se ne è sussurrato per tanti mesi, di un qatariota ricchissimo, legato all’impresa Pizzarotti, pronto a rilevare il Parma.

Sussurri e strilli mai confermati, che ora assumono sembianze e verità. Il 51% delle quote del Parma Calcio potrebbe passare nelle mani dell‘Al Mana Group, azienda nata negli anni 50 in Qatar.

Il fondatore Saleh Al Hamad Al Mana è partito con i trasporti, per poi allargarsi a  costruzioni, automotive, edilizia. E ancora, la distribuzioni in Qatar di auto Nissan e Infiniti, ma anche di marchi emblema di lusso, moda, profumeria: Diesel, Zara, Sephora.

E il gusto internazionale: McDonald’s, il caffè, illy, il gelato, Grom hanno un posto nel  Mirqab Mall, il centro commerciale del gruppo inaugurato nel 2017. Poi, le proprietà vincolate da fondi di investimento, hotel di lusso come il “W Palm” a Doha.

Al timone dell’azienda  i tre figli del fondatore: Hisham Saleh Al Mana, il presidente del gruppo, Kamal Saleh Al Mana e Wissam Al Mana, ex marito di Janet Jackson. I contatti col Parma, febbrili, sempre più stretti per chiudere insieme alla fine di questo campionato allungato dal Coronavirus.

Il nuovo assetto, secondo indiscrezioni, 51% i qatarioti, 48% Nuovo Inizio, almeno per i primi cinque anni, come garante della bontà dell’operazione e del futuro del Parma, 1% Parma Partecipazioni calcistiche. Nel cda, probabilmente, Barilla. Sul contratto, decine di clausole per tutelare il miracolo costruito negli ultimi cinque anni, l’esperienza con Lizhang docet.

Nei progetti, si lavorerebbe per riportare i ducali a fasti europei, con calma, senza follie. 

Costo dell’operazione, 65milioni. Milione su, milione giù. 

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