Pubblicato il 18 Luglio 2023
“Patrick Zaki è stato condannato a tre anni”.
Lo ha riferito all’Ansa uno dei 4 legali dell’attivista al termine dell’udienza odierna a Mansoura, in Egitto.
“Calcolando la custodia cautelare” già scontata, “si tratta di un anno e due mesi” di carcere ancora da scontare, ha precisato l’avvocato difensore Hazem Salah.
Zaki è stato portato via dall’aula attraverso il passaggio nella gabbia degli imputati tra le grida della madre e della fidanzata che attendevano all’esterno.
“Mio Dio me l’hanno preso, mio Dio me l’hanno preso, mio Dio me l’hanno preso”: queste le parole urlate dalla madre mentre il giovane veniva portato via attraverso un’uscita secondaria dell’aula del tribunale del Palazzo di Giustizia di Mansura.

Altri quattordici mesi in cella, oltre ai ventidue già scontati.
La vicenda giudiziaria di Zaki inizia il 7 febbraio 2020, quando approda al Cairo per una breve vacanza in famiglia, con l’idea di tornare a Bologna e proseguire gli studi nel master europeo. Il giovane viene fermato in aeroporto e, secondo le denunce di attivisti e legali, viene sottoposto a torture durante un interrogatorio su questioni legate al suo lavoro e al suo attivismo per i diritti Lgbt. La formalizzazione dell’arresto in Egitto arriva il giorno dopo, l’8 febbraio, quando il ricercatore compare a Mansoura, sua città natale, in stato di arresto per un mandato di cattura emesso nel 2019. Per lui vengono stabiliti 15 giorni di custodia cautelare, mentre con una petizione su Change.org inizia la mobilitazione internazionale per chiederne la liberazione
Secondo alcuni attivisti, Zaki oggi è stato arrestato mentre si trovava in tribunale e sarà trasferito di nuovo in carcere.
Il verdetto è inappellabile.
Il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, ha definito la decisione dei giudici “La peggiore degli scenari possibili”.
“Sono appena arrivato al tribunale di Mansura e sono in attesa dell’inizio dell’udienza. Spero, come al solito, nella fine del processo che mi permetta di viaggiare normalmente”, aveva scritto Zaki su Facebook verso le dieci di questa mattina, ora locale.

