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Perché sta girando sui social l’articolo 265 del codice penale? E cosa c’entra con la Russia di Putin?

Pubblicato il 21 Marzo, 2022

Perché su vari social, soprattutto in ambienti “filo-russi”, sta girando in queste ore l’articolo 265 del codice penale italiano? E cosa c’entra con la Russia? Facciamo un passo indietro. Nei giorni scorsi in tanti hanno – giustamente – stigmatizzato le nuove misure liberticide del governo russo contro la libertà di espressione. Leggi che prevedono, ricordiamo, fino a 15 anni di carcere per chi, in suolo russo, osa criticare l’operazione militare russa e l’invasione dell’Ucraina o per chi diffonde notizie giudicate tendenziose o fake news sulla guerra. Provvedimenti che, in un primo momento, hanno indotto le emittenti e le testate italiane a ritirare i propri inviati e corrispondenti da Mosca. Gli stessi provvedimenti per cui anche l’eroica giornalista Marina Ovsyannikova, che ha mostrato un cartello contro la guerra durante il tg russo, ha rischiato fino a 15 anni di carcere, E dunque, cosa c’entra il nostro codice penale con i provvedimenti russi?

Andiamo a vedere cosa recital’articolo 265. Già il titolo è significativo: “Disfattismo politico”. Il testo: “Chiunque, in tempo di guerra, diffonde o comunica voci o notizie false, esagerate o tendenziose, che possano destare pubblico allarme o deprimere lo spirito pubblico o altrimenti menomare la resistenza della nazione di fronte al nemico, o svolge comunque un’attività tale da recare nocumento agli interessi nazionali, è punito con la reclusione non inferiore a cinque anni. La pena è non inferiore a quindici anni 1) se il fatto è commesso con propaganda o comunicazioni dirette a militari; 2) se il colpevole ha agito in seguito a intelligenze con lo straniero. La pena è dell’ergastolo se il colpevole ha agito in seguito a intelligenze col nemico”. L’articolo potete trovarlo sulla Gazzetta Ufficiale o in qualsiasi sito specializzato in leggi come Brocardi. E dunque, in caso di guerra, in italia le pene arriverebbero fino a 15 anni nel caso di diffusione di notizie false o tendenziose, o almeno che vengano considerate tali dalle autorità competenti, fino all’ergastolo nel caso di collaborazione attiva con il nemico. Qualuno, sui social, commenta scherzosamente: “L’abbiamo copiato noi da Putin o Putin da noi?” Forse, per non assomigliare troppo a Putin dovremmo anche in Italia rivedere questo articolo liberticida?

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