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Migliaia di click per il video rap dei detenuti: ’Noi e Voi – Fieri potest’ (VIDEO)

Pubblicato il 8 Marzo, 2022

Il pezzo rap è stato realizzato da alcuni detenuti in misura alternativa al carcere e che ha per titolo “Noi e Voi – Fieri potest”, prendendo spunto dal nome dell’associazione di volontariato penitenziario (che nel tempo ha allargato gli ambiti di attività) che festeggia i trent’anni di vita

Se pò fa’. Si può fare, si può risalire la china andando contro ogni pregiudizio e la tentazione di rinchiudersi in sé stessi, senza nutrire alcuna speranza. È il ritornello più frequente del rap realizzato da alcuni detenuti in misura alternativa al carcere e che ha per titolo “Noi e Voi – Fieri potest”, prendendo spunto dal nome dell’associazione di volontariato penitenziario (che nel tempo ha allargato gli ambiti di attività) che festeggia i trent’anni di vita.

Il brano rap, il cui videoclip su YouTube in pochi giorni ha conseguito centinaia di click, è il frutto del laboratorio musicale tenutosi a Casa San Damiano (in alcuni locali del seminario diocesano) coordinato dall’associazione Rublanum di Rogliano (Cosenza), con il gruppo musicale VillaZuk e il supporto tecnico dell’associazione Mangrovie. L’iniziativa rientra nel progetto “Il carcere diventa museo –l’altra città”, finanziato dal Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà della Regione Puglia Pietro Rossi, nell’ambito dell’avviso pubblico per la ricerca di enti no profit del terzo settore, con l’obiettivo di realizzare interventi di animazione sociale utilizzando attività creative.

Al laboratorio che si è svolto lo scorso novembre, hanno partecipato quindici persone, tutti fruitori del centro socio rieducativo Fieri Potest dell’associazione “Noi e Voi”. «Abbiamo chiesto loro – spiega Elisabetta, volontaria che ha seguito la realizzazione del progetto – di scrivere testimonianze su questa fase dolorosa della loro vita, i cui stralci più significativi sono stati messi in musica, dando così vita a questo brano. Col coordinamento di Domenico Scarcello, del gruppo dei Villazuck, Vincenzo, Virgilio, Domenico, Cataldo, Cosimo, Davide, Agostino, Ivaldo, Mustapha, hanno interpretato le loro emozioni in una sala di Casa San Damiano adibita a sala di registrazione. Ed è nato così ‘Noi e Voi’».

rap detenuti
Un frame del pezzo rap FONTE

Davide, fra le voci del ‘rap’, riferisce: «Sono ai domiciliari da due anni e dall’inizio frequento il gruppo Fieri Potest, grazie al quale ho capito che… ‘Se pò fa’’, cioè si può trarre frutto dai propri sbagli mettendosi in discussione, ai fini del reinserimento sociale. Alcune figure professionali ci sono state a fianco in questo cammino, quali pedagogisti, esperti della comunicazione, psicologi ecc.”

“Nel mio caso sono intervenuti nella guarigione di un trauma da bullismo vissuto quando ero bambino e che mi sono portato dietro fino a quando sono riuscito a buttare fuori tutto questo dolore. In questo lavoro su me stesso molto importante è stata la vicinanza di tutto il gruppo, le cui testimonianze mi hanno offerto ulteriori spunti di riflessione.”

“Sento miei, per esempio, i versi ‘Una sera in camera mia, vestito dai miei pensieri’ e soprattutto, ‘Cosa direbbe un figlio a una madre solo sopra un foglio’ che mi fatto rivivere le difficoltà di comunicazione con i miei genitori, a causa di quanto vissuto da piccolo». Nel giorno della festa dell’associazione a Spazioporto”, l’esecuzione del brano ha suscitato molta emozione (e anche qualche lacrimuccia) fra i presenti, che alla fine hanno stretto in un caloroso abbraccio i partecipanti al laboratorio musicale. Questo è uno dei commenti più significativi apparsi su YouTube:

«Anche io qualche anno fa ho fatto parte di un progetto Fieri potest. Nel percorso della vita si può sbagliare e si pagano cari sulla propria pelle gli errori commessi. Ma seguire un buon percorso rieducativo dà la possibilità a ciascuno di noi di rimetterci in gioco e vivere dignitosamente. Non a caso il logo della mia posta ha la croce di San Damiano e in calce la scritta ‘Fieri potest’: cioè è possibile. Un abbraccio a tutti i ragazzi del progetto, e stato un piacere condividere questa emozione». Insomma, “Se po’ fa’”, anche per i casi più disperati. Buon viaggio, ragazzi!

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