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Piazza degli eroi di Bernhard per la prima volta in Italia

Pubblicato il 15 Febbraio, 2022

Da martedì 22 a domenica 27 febbraio al Teatro della Pergola va in scena Piazza degli Eroi, con la direzione di Roberto Andò, protagonisti Renato Carpentieri e Imma Villa. Apparso nel 1988 e mai rappresentato in Italia prima d’ora, è l’ultimo testo teatrale di Thomas Bernhard e uno dei suoi capolavori: il clamore suscitato a Vienna al suo debutto, si spiega, confermò l’immagine di uno scrittore furiosamente critico nei confronti del permanere nel Paese di strutture autoritarie e fasciste, e il giudizio feroce per la classe politica che vi si era impiantata dal dopoguerra, colpevole di non aver mai veramente tagliato con il passato nazista. È considerato uno dei più grandi scandali teatrali nella storia dell’Austria. 

Scritto nel 1988, Piazza degli Eroi (Heldenplatz) è una sorta di testamento teatrale e politico di Thomas Bernhard, che all’epoca fu associato al suo testamento personale (morì il 12 febbraio del 1989), dove era disposto il divieto di pubblicazione e messinscena delle sue opere nel proprio Paese. In occasione del debutto al Burgtheater di Vienna, il 4 novembre dello stesso anno, l’opera suscitò uno dei più grandi scandali teatrali nella storia dell’Austria, soprattutto per gli espliciti riferimenti temporali e di luogo (cosa inusuale nelle opere di Bernhard): la data – Vienna, marzo 1988 – e il titolo – Heldenplatz – ovvero la piazza in cui nel 1938 Hitler annunciò alla folla l’Anschluss, ovvero l’annessione dell’Austria alla Germania nazista. 

“La storia del professor Schuster, una mente matematica filosofica, suicida per protesta contro l’avanzare della barbarie antisemita – spiega Andò – è raccontata dal drammaturgo in una partitura a più voci, modulando una orchestrazione perfetta dove appaiono come relitti citazioni di altri grandi testi, tra tutti, Il giardino dei ciliegi di Čechov. La piazza e le voci inneggianti che si levano a disturbare la mente sconvolta della vedova del suicida, sono la piazza e le voci che ovunque nell’Europa smarrita di oggi invocano l’uomo forte, ‘un regista che li sprofondi definitivamente nel baratro’, come dice lo zio Robert, il fratello del suicida, parafrasando lo stesso Bernhard” (fonte: Ansa)

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