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Picchiata e umiliata per anni: in carcere marito aguzzino

Pubblicato il 20 Agosto, 2021

Un 49enne catanese è stato arrestato dai carabinieri. E’ accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate.


Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno fatto luce sull’orrore subito dalla moglie 48enne.


La coppia, dopo un periodo di fidanzamento di 6 anni con già numerosi episodi di violenza fisica ai danni della donna, nel 1999 si è comunque unita in matrimonio. Il marito ha continuato ad agire senza alcun rispetto, offendendo la moglie e prendendola a schiaffi per futili motivi. Violenza subita anche dai figli poi avuti, definiti “Bastardi…”.


La violenza che ha caratterizzato la triste vicenda coniugale nell’ultimo periodo si è inasprita ulteriormente.


Lo scorso aprile, avendo intuito che la moglie stava inviando un messaggio con il cellulare, le ha sequestrato il dispositivi e, dopo averla fatta sedere su una sedia della cucina, l’ha presa ripetutamente a schiaffi puntandole, di fronte ai bambini atterriti, un coltello da 30 centimetri alla gola, urlandole: “Ti ammazzo e faccio pezzi così piccoli di te da dare da mangiare ai cani! Ammazzo te e tutta la tua famiglia! Vi faccio saltare in aria nella casa di (…)! Sei una prostituta puoi andare a battere sui marciapiedi perché ti butto fuori casa…”.

Una tortura durata alcune ore finché la vittima, stremata, gli ha confidato il nome del suo interlocutore all’aguzzino, che l’ha ulteriormente percossa.

Due mesi dopo, la donna, stanca dei soprusi, mentre stava recandosi col marito a prendere i figli dai nonni, ha espresso la decisione di trasferirsi almeno temporaneamente nell’l’abitazione dei propri genitori, scatenando invero la furia del balordo, che, bloccato l’auto, l’ha spinta fuori dall’abitacolo, abbandonandola sul ciglio della strada.


La donna, dopo avere vagato per le campagne, ha chiesto aiuto ad un camionista di passaggio, ma il marito, che evidentemente la spiava da lontano, è intervenuto gridandole: “brava (…) te ne saresti andata con il primo che capita …”.

Sembrava essere finita ma, poco dopo, il marito ha fatto nuovamente scendere la moglie dall’auto, per poi tentare di investirla più volte e, quando il conducente di un altro autoveicolo stava per avvicinarsi, le ha intimato di mettersi in ginocchio e l’ha violentemente percossa con calci e pugni.

Ma non è bastato per placare la ferocia del criminale: risalita in auto, la donna è riuscita a riappropriarsi del telefonino con il quale ha avvertito il figlio che, a sua volta, ha dato l’allarme ai parenti.

Il fratello della donna, in auto con una nipote, è riuscito ad intercettare l’auto del cognato nei pressi del bivio Iannarello (tra Catania e Ramacca) dove, grazie anche all’intervento dei carabinieri, ha finalmente deciso di fermarsi.

Le indagini dei militari della Stazione di Piazza Verga, su direttive della Procura di Catania, sulla scorta della denuncia sporta lo scorso 25 giugno dalla donna, hanno consentito di acquisire i gravi indizi di colpevolezza che hanno determinato la reclusione in carcere.

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