Pubblicato il 23 Dicembre, 2020
Ponte Morandi, interviene il procuratore di Genova: “La perizia è un caposaldo dell’inchiesta. Questa è una prova, non una ipotesi della procura”.
Ponte Morandi: la perizia assolve il progettista Morandi
Comincia ad emergenza la giustizia e la verità. C’è un primo verdetto nella perizia depositata dagli esperti del gip Angela Maria Nutini, è quello che assolve da ogni responsabilità Riccardo Morandi, il progettista del ponte la cui pila numero 9 è collassata su se stessa alle 11:36 del 14 agosto 2018, portandosi via anche la vita di 43 persone. Assolto perché il suo progetto, i suoi calcoli, la sua visione hanno dato vita, almeno sulla carta, ad una infrastruttura ardita ma solida. Che doveva essere solo curata.
Ponte Morandi: mancano i documenti della pila 9
Per la pila 9, quella crollata e l’ultima ad essere costruita, gli investigatori non sono riusciti a trovare alcuni documenti, forse andati perduti durante gli anni, o forse non redatti. “La ricerca documentale svolta nell’ambito del secondo incidente probatorio – si legge nella relazione dei periti – non ha portato alla luce alcun documento della direzione dei lavori, quali i verbali dei controlli eseguiti in corso d’opera, il giornale dei lavori o i documenti contabili, dai quali si potessero trarre informazioni di dettaglio sull’effettivo andamento dei lavori e sulle modifiche apportate al progetto in fase di costruzione. Tra la documentazione agli atti – infatti – non è stato possibile ritrovare i verbali delle operazioni di tiro dei cavi della pila 9, con riferimento sia ai fili del cassone sia ai trefoli dei tiranti. Ciò costituisce un’importante deficienza documentale, che avrebbe potuto essere di supporto per conoscere al meglio le fasi di costruzione dell’opera, i controlli eseguiti e se la costruzione fosse stata interessata da inconvenienti di natura tecnica”.