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Ponte Morandi crollo

Ponte Morandi, Riesame: “falsi report su ispezione e verifiche antisismiche al Mit” sul reale stato autostrade

Ponte Morandi, Riesame: “falsi report su ispezione e verifiche antisismiche al Mit” sul reale stato autostrade

Per il ponte Morandi, il viadotto crollato il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone, ed inaugurato il 4 agosto scorso, vennero fatti falsi report sulle “ispezioni, sulla valutazione di sicurezza richiesta dall’ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri e sulle verifiche di sicurezza antisismiche”. Per la prima volta viene messo nero su bianco un sospetto che da due anni aleggiava sulla vecchia dirigenza di Autostrade: venne nascosto il reale stato di salute della struttura.

L’ultima inchiesta della procura di Genova su Autostrade, quella sulle barriere fonoassorbenti che ha portato temporaneamente agli arresti domiciliari anche l’ex ad Giovanni Castellucci, continua a riservare colpi di scena su altre inchieste che hanno riguardato la gestione della sicurezza di Aspi.

Ponte Morandi: i giudici del Tribunale del Riesame

“È eclatante – sottolineano i giudici del Riesame – la connessione qualificata tra tutte le indagini (dal crollo del Morandi, ai falsi report sui viadotti passando per le barriere e la manutenzione delle gallerie oltre alla tentata truffa), tutti riguardanti omessi e lacunosi controlli, con le correlate manutenzioni sulle strutture autostradali, al fine di risparmio sulle spese e di aumento degli utili da distribuire, con ovvio riconoscimento di rilevanti incentivi economici ai dirigenti che li permettevano – concludono -, il tutto in totale spregio della sicurezza degli utenti delle autostrade”.

Ponte Morandi: le bugie  al Mit

Le bugie, sostengono i giudici, hanno riguardato anche il progetto di retrofitting (il rinforzo delle pile nove, quella caduta, e la dieci) e sono state dette anche al Mit celando il reale stato di salute della rete autostradale. “C’era una elusione dei controlli – sottolineano i giudici – e avallate affermazioni inveritiere, quali la premessa tranquillizzante delle continue attività di controllo e monitoraggio invece estremamente lacunose”. E ancora, si è mentito “sullo stato discreto degli stralli e di alcune pile, smentito in atti”, “sullo stato degli altri elementi strutturali” descritto come “medio oscillante tra il 10% e il 20% del tutto incongruo secondo le valutazioni della commissione ispettiva ministeriale”. Il tutto sempre “allo stesso fine: coprire omissioni e condotte già tenute tese a risparmiare denaro nella manutenzione e nell’adeguamento delle strutture autostradali, nell’interesse di una maggiore distribuzione degli utili”.

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