Pubblicato il 9 Dicembre, 2022
L’annuncio è arrivato ieri dal presidente Emmanuel Macron, che ha parlato di “una piccola rivoluzione della prevenzione”.
“Quella della Francia è un’iniziativa significativa che si dovrebbe fare anche in Italia. Anziché le parole servono fatti e la scelta sul preservativo ai ragazzi è molto intelligente” dice Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
“Un vaccino per tutte le malattie sessualmente trasmesse non esiste, quindi il preservativo è lo strumento per evitare di prendersele – ricorda Bassetti – La scelta della Francia è un messaggio di tipo sanitario per proteggere la popolazione più giovane, ma anche educazionale per il sesso sicuro. Usare il preservativo è intelligente e spero che anche in Italia qualcuno prenda lo spunto per introdurre un’iniziativa uguale”.
La scelta della Francia “è sicuramente un esempio da seguire” per Maria Rosaria Iardino, attivista della lotta all’Aids e presidente della Fondazione The Bridge. Si tratta di una “strategia di sanità pubblica, come lo è stata quella della vaccinazione offerta ai cittadini contro il Covid”.
“I grandi problemi di sanità pubblica, come le malattie sessualmente trasmesse – spiega Iardino – devono avere risposte pubbliche per due ordini di motivi. Il primo è etico: se c’è un problema di salute diffuso, va affrontato. Il profilattico è un presidio sanitario che riduce completamente l’incidenza delle malattie sessualmente trasmissibili, alla stregua dei vaccini. Il secondo problema riguarda i costi. In un momento di difficoltà economica, una persona che contrae una delle tante malattie sessualmente trasmesse costa al Servizio sanitario nazionale molto di più rispetto all’investimento in prevenzione attraverso la distribuzione del profilattico. E questo al di là di qualsiasi posizione ideologica”.
“Quella francese è un’ottima iniziativa. Abbiamo fatto molte campagne di informazione per il contrasto all’Hiv, ma poter trovare i profilattici gratis in farmacia è un sistema giusto per ridurre non solo le infezioni da Hiv, ma il rischio relativo a tutte le malattie sessualmente trasmesse. Accanto a questo, però, serve una campagna di formazione e informazione dei giovani a scuola proprio su rischi che si corrono e su come prevenirli”, evidenzia Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit).