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Puzza di urina, rifiuti, delinquenza: Catania e l’agonia del Centro Storico

Pubblicato il 24 Luglio, 2021

Bisogna trattenere il respiro. La puzza di urina è forte, penetrante, feroce. Si impone con l’arroganza mortificante di chi da tempo utilizza le vie anche come bagno pubblico.

Ci troviamo ad un soffio dal tratto di via di San Giuliano dove ormai è diventata una consuetudine fare esplodere fuochi d’artificio intorno alla mezzanotte, così come vi abbiamo documentato di recente.

E’ la terra di nessuno nel cuore di Catania. A pochi passi da piazza Teatro Massimo, dalla via Etnea, dalla Prefettura, dalla Questura, da piazza Duomo, dove svettano Cattedrale e Palazzo degli Elefanti, cioè la sede del Comune, ci imbattiamo nella disperazione di alcuni cittadini che vi risiedono, che hanno investito risorse e speranze.

C’è chi ha acquistato casa per abitarvi e farne un’attività pensando anche al futuro dei figli, ma è stato costretto a rifugiarsi in una casa in affitto “Perché abbiamo paura e attendiamo che il Questore o il Prefetto o il sindaco Pogliese o chi abbia la facoltà di agire finalmente intervenga”. C’è chi ha realizzato di una casa vacanze di pregio per accogliere i turisti, quindi per offrire la bellezza del gusto, del talento imprenditoriale che la Sicilia potrebbe vantare e sfruttare come infinita miniera, ma rischia il fallimento perché le recensioni sul luogo dove si trova l’attività sono, gioco forza, impietose.

“Puzza, rifiuti, musica ad alto volume oltre decibel e orari consentiti, furti, rapine: siamo costretti a mettere in guardia i turisti che ci danno fiducia o si avventurano nel quartiere, dove esiste un muro invisibile, oltre il quale i catanesi sono abbandonati da forze dell’ordine e istituzioni”.

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