Pubblicato il 13 Aprile, 2021
Sono stati recuperati oggi pomeriggio dal personale della Polizia locale i 5 cuccioli di cinghiale che si aggiravano da tempo nel parco di San Vito a Torino. Gli animali sono stati affidati ad un centro specializzato convenzionato con la Città metropolitana di Torino, dove saranno svezzati e sterilizzati, per poi essere condotti in un centro faunistico.
“I cinghiali sono da tempo oggetto di piani di contenimento e anche i piccoli recuperati oggi non possono essere reimmessi nell’ambiente naturale. – sottolinea Barbara Azzarà, Consigliera metropolitana delegata all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora – Nel caso specifico, la sterilizzazione è la soluzione meno cruenta tra quelle praticabili. Suscita tenerezza vedere i piccoli di cinghiale correre nei prati, ma i problemi che gli esemplari adulti creano ogni giorno non possono essere sottovalutati. L’eccessiva presenza dei cinghiali nei territori rurali e periurbani provoca ingenti danni alle colture agricole ed è all’origine di incidenti stradali anche gravi. Per questo rinnoviamo l’invito ai cittadini che abitano in zone rurali e collinari a non lasciare cibo a disposizione degli ungulati, né intenzionalmente né per errore o dimenticanza. È bene ricordare che lasciare cibo a disposizione dei cinghiali è una violazione delle normative sulla fauna selvatica, perseguita dalla legge”.
“I cuccioli di animali, di qualunque specie essi siano, smuovono in tutti noi un istinto protettivo, che ci induce a credere che dar loro del cibo non possa creare difficoltà di nessun genere. – dichiara l’Assessore all’Ambiente della Città di Torino, Alberto Unia – Bisogna invece ricordare che questi atteggiamenti potranno portare problematiche di vario genere, a volte anche pericolose, a cui bisognerà successivamente dare soluzione. La tutela degli animali e il loro benessere è stato un elemento costante nelle politiche di questa amministrazione e anche in questo caso si è deciso di intervenire individuando una soluzione che garantisse ai cinque cinghialotti di poter continuare a crescere in un luogo sicuro e ampio, anziché adottare soluzioni più estreme e cruente”.
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