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Reggina, Inzaghi si presenta: “Abituato a lottare e rimboccarmi le maniche”

Pubblicato il 15 Luglio, 2022

Le parole di Pippo Inzaghi in diretta dallo stadio “Granillo”

Il ritiro? La priorità è quella di formare la squadra. Chiediamo pazienza all’inizio. Abbiamo le idee chiare e non ci facciamo prendere dalla gola da nessuno, i calciatori adesso sanno quello che trovano a Reggio. Portare certi personaggi in città e far riscoprire l’amore per questa maglia è tanto; vogliamo dei calciatori che vengano qui motivati. Probabilmente il ritiro lo faremo in sede (Sant’Agata) perchè c’è poco tempo. A Reggio ci ho giocato anche con l’Italia, ho realizzato due gol ed è stata una data importante. Il pubblico di Reggio non devo presentarlo io, so cosa è quella Curva, il tifo e l’ambiente. Tutto quello che ha fatto il presidente mi ha convinto ed io sono abituato a lottare e rimboccare le maniche. Se il presidente farà quello che ha fatto con me, mi fido. Il mio staff sarà composto da D’angelo secondo, i due preparatori Alimonta e Comminetti e Match Analyst Baggio, preparatore dei portieri sarà Guido. Mi dispiace non giocare le prime due partite qui al Granillo, l’unica consolazione è che quando ritorneremo qui ci attenderanno dei grandissimi tifosi. Mi sono confrontato con la mia famiglia, non ho bisogno di rassicurazioni perchè la mia famiglia sa che quando sono felice non ci sono problemi. Io voglio una Reggina coraggiosa che non scenda in campo per il punticino, non sarebbe da Reggina e non avrebbe senso. Io ho un confronto quotidiano con Martino e Taibi, sanno quali sono le mie priorità e sanno quello che ho chiesto, mi auguro che si possano portare a casa dei calciatori funzionali. Ci vuole equilibrio, pensare da dove partiamo e cercare di crescere il prima possibile. Ci vorrà del tempo e impegno, se nella sofferenza saremo tutti insieme faremo grandi cose. Sappiamo cosa possiamo avere, un pubblico così in pochi possono averlo in Italia con una società così seria…penso che possiamo divertirci. Con Simone mi sento due tre volte al giorno e quando parlavo di famiglia era compreso anche lui. A me piace giocare a quattro con tre centrocampisti e tre attaccanti. Le partite non le vince il mio sistema di gioco ma i calciatori in campo.

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