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Ricongiungimento rifugiati ucraini: approvato rimborso fino a 300 euro

E’ stato approvato un rimborso una tantum fino a 300 euro, destinato ai rifugiati ucraini in Italia, per il ricongiungimento familiare. Lo rende noto Nuova collaborazione, Associazione nazionale datori di lavoro domestico firmataria del Ccnl di settore.

Pubblicato il 13 Aprile, 2022

E’ stato approvato un rimborso una tantum fino a 300 euro, destinato ai rifugiati ucraini in Italia, per il ricongiungimento familiare. Lo rende noto Nuova collaborazione, Associazione nazionale datori di lavoro domestico firmataria del Ccnl di settore. Tale contributo è stato approvato da Cas.Sa.Colf, l’organismo paritetico al quale partecipano le sigle sindacali dei lavoratori e le associazioni datoriali firmatarie del contratto collettivo del lavoro domestico. Esso eroga prestazioni sanitarie ed assistenziali per i lavoratori ed i datori di lavoro del comparto.

Rifugiati ucraini: a chi sono destinati i rimborsi

Possono ottenere i rimborsi le lavoratrici ed ai lavoratori iscritti alla Cassa che ospitano presso il proprio domicilio/residenza parenti entro il terzo grado e/o affini entro il secondo grado, sfollati dall’Ucraina a causa del conflitto in corso. I rimborsi saranno erogati sulla base delle spese sostenute da lavoratrici e lavoratori per l’acquisto di prodotti e beni alimentari, farmaceutici, vestiario o materiali scolastici. L’importo non si può chiedere più volte e non dipende dal numero di parenti e/o affini ospitati.

Quando devono arrivare le richieste

Le richieste potranno pervenire dal primo maggio 2022 e la prestazione decorre dal 24 febbraio 2022, data di inizio della guerra in Ucraina. Si può accedere alle prestazioni se sono stati versati a Cas.Sa.Colf i contributi dei due trimestri precedenti al trimestre per il quale si richiede il rimborso (per informazioni sono attivi il numero verde 800-1000-26, il sito web www.cassacolf.it e la e-mail praticheucraina@cassacolf.it per inoltrare le domande da parte dei lavoratori)

L’avvocato Filippo Breccia Fratadocchi, vicepresidente di Nuova collaborazione e membro dell’esecutivo di Cas.Sa.Colf, ha dichiarato: “Grazie al lavoro congiunto di associazioni e sindacati, Cas.Sa.Colf si è fatta trovare pronta in occasione della pandemia erogando contributi ai lavoratori coinvolti dal Covid e oggi intende rispondere all’appello della comunità Ucraina presente in Italia, colpita dalla tragedia della guerra. Siamo certi che il sistema bilaterale, istituito con il Contratto collettivo, incentivi la regolarizzazione dei rapporti di lavoro domestico, fornendo tutela e sostegni sia ai lavoratori domestici, sia alle famiglie che li assumono”. Le parti sociali del Contratto collettivo sono impegnate anche tramite l’Ebincolf, l’ente bilaterale cui è devoluta la progettazione della formazione professionale. Esso valuta la possibilità di coinvolgere gli ucraini in fuga dalla guerra nei programmi formativi erogati gratuitamente ai lavoratori domestici.

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